Tra i suoi tanti ponti, calli, sotoporteghi e campielli, Venezia nasconde un terribile segreto. Una casa stregata, una dimora splendida ma con la fama di essere maledetta; una casa che tante sciagure ha portato, nel tempo.
La casa si specchia, nella sua architettura sbilenca, nelle acque di Canal Grande.
Palazzo Dario, meglio conosciuto come Ca’ Dario.
La casa, commissionata nel 1479 all’architetto Pietro Lombardo da Giovanni Dario, segretario del Senato della Repubblica di Venezia, venne edificata nel 1487. Quando questi morì, la casa passò nelle mani della figlia Marietta, che si suicidò gettandosi nel canal Grande quando il marito Vincenzo Barbaro, ricco mercante, subì un improvviso tracollo finanziario e venne accoltellato.
Il figlio della coppia, Vincenzo jr., fu trovato cadavere a Candia, ucciso da misteriosi assassini senza volto…
Queste tre morti violente fecero molto scalpore tra i veneziani, e subito ci fu chi tentò di dare un perchè agli avvenimenti ricordando che la casa era stata costruita su un cimitero, anche se prove a sostegno di questa tesi non ce ne sono.
Poi ci fu chi menzionò l’iscrizione che Giovanni Dario aveva fatto apporre sulle mura del palazzo, iscrizione che recita
“Genio urbis Joannes Dario“,
quasi a voler celebrare l’importanza del proprietario della casa.
I veneziani, che mal sopportavano le arie che Giovanni Dario si dava, anagrammarono la frase in “Sub ruina insidiosa genero“, e cioè “Chi abiterà questa casa finirà in rovina“. Un presagio per il futuro? Non si sa, ma dopo queste tre prime strene morti, per quasi due secoli la casa restò disabitata, e come spesso accade, quando la leggenda iniziava a sfumare e nessuno parlava più di “maledizione”, ecco che ripresero le morti.
La famiglia Barbaro acquistò Palazzo Dario agli inizi del XIX secolo: Alessandro Barbaro, membro dell’ultimo Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia e Consigliere del Tribunale Supremo di Verona, che certo non credeva a nessuna maledizione, per sfatare la diceria che gravava sulla dimora, smontò e rimontò la facciata, per esorcizzarne il “potere malefico”, ma non fece altro, nella ricostruzione, che renderla sghemba. Poi vendette il palazzo a Arbit Abdoll, ricco commerciante di diamanti, che ben sicuro del fatto suo ci andò subito ad abitare. In breve tempo perse tutte le sue ricchezze. Poi fu la volta di Radon Brown, studioso inglese che acquistò Palazzo Dario per andarci a vivere con il suo amante: si parlò allora di un classico omicidio-suicidio, probabilmente per lo scandalo provocato dal loro legame, inaccettabile per la mentalità dell’epoca. Poi fu la volta dell’americano Charles Briggs: egli fu costretto a fuggire da Venezia perchè accusato di omosessualità, mentre il suo amante si suicidò per la vergogna, impiccandosi a una finestra del palazzo.
La maledizione continua però anche ai nostri giorni.
Nel 1964 il tenore Mario Del Monaco stava recandosi a Venezia a firmare l’atto d’aquisto di Ca’ Dario, quando rimase vittima di un grave incidente automobilistico, che quasi lo uccise. Ovviamente rinunciò a comprare la casa.
Negli anni ’70, anche Filippo Giordano delle Lanze rimase vittima della maledizione: venne ucciso dal suo amante in una delle stanze del palazzo, e si dice che sul pavimento di quella stanza vi sia ancora una macchia di sangue che nessuno sembra essere in grado di cancellare. L’amante di Giordano delle Lanze, dopo l’omicidio, riuscì a scappare a Londra ma morì misteriosamente.
Il palazzo venne poi acquistato da Cristopher «Kit» Lambert, manager del complesso rock The Who, che però morì (o si suicidò?) a Londra cadendo dalle scale.
Un altro proprietario, l’affarista Fabrizio Ferrari, cadde in bancarotta, travolto dagli scandali e caduto in depressione quando la sorella Nicoletta morì misteriosamente, proprio dentro le mura di Ca’ Dario.
E non è tutto: anche Raul Gardini acquistò il palazzo, per farne dono alla figlia. Fu poco dopo coinvolto nello scandalo finanziario di Tangentopoli e subì pesanti perdite, morendo poi suicida, sparandosi, a Palazzo Belgioioso, la sua casa di Milano, il 23 luglio 1993. Morte su cui gravano ancora moltissimi misteri…
Le indagini stabilirono che si fosse sparato un colpo di pistola in testa, ma sulle ragioni e la dinamica della morte restano ancora molti dubbi: perchè la pistola fu ritrovata riposta sul comodino, lontana dal cadavere? Inoltre, la scena del presunto suicidio venne alterata dalla rapidità dei barellieri, che rimossero molto, troppo in fretta il cadavere di Gardini, asportando anche le lenzuola e i cuscini della stanza prima dell’arrivo delle forze dell’ordine…che inspiegabilmente arrivarono tardi.
Ca’ Dario avrebbe però potuto portarsi via un’altra illustre vittima: all’inizio del 2000 sembra che Woody Allen volesse comprare Ca’ Dario, ma pare vi abbia rinuciato dopo aver appreso la lunga lista di morti e disgrazie che quella casa comporta.
Ca’ Dario nell’arte.
Gabriele D’Annunzio così la descrisse: “Una vecchia cortigiana decrepita piegata sotto la pompa dei suoi monili”.
Per la sua bellezza venne scelto come soggetto da Claude Monet per una serie di dipinti, e anche John Ruskin, che ne descrisse le decorazioni nel suo Le pietre di Venezia, la ritrasse in un bel quadro.
Se volete qualche splendida immagine di Ca’ Dario, questo link http://oliaklodvenitiens.wordpress.com/category/venise/palazzo-dario/ porta a un blog, in francese, in cui ci sono splendide vedute di particolari del palazzo più maledetto al mondo.
Ho lavorato per anni di notte in quella zona il luogo e’ sinistro un silenzio rotto dai passi di chi cammina . dal cancello si intende il buio che ferma gli sguardi di chi sta osservando in quel palazzo qualche cosa di vivo osserva tutto . La sensazione si ripete piu’ avanti a san Gregorio vicino alla chiesa sconsacrata Non ci sono dati sicuri sulla zona che e’ antichissima primi insediamenti epoca preromana. Qualche cosa contro la luce c’e’ in quel luogo ne sono sicuro e’ fuori da ogni umano pensiero
Ma non esisteva una foto(sgranata) che ritraeva una stanza interna dello stabile? Mi pare che in tv, una volta, passò un’immagine mentre si parlava di questo edificio maledetto.
Nei giorni 8-10 novembre 2014 mi trovavo a Venezia con mia moglie, verso le 23.30 in vaporetto sul canal grande, passando davanti aCa’Dario (tutto coperto da teli ed impalcature edili) ho visto al secondo piano due stanze illuminate. Qualcuno sa Se attualmente è abitato, perché la cosa mi incuriosisce molto. Grazie
sinceramente non ti so dire, lascio aperta la domanda così se qualche veneziano lo sa potrà risponderti
Dormiresti in quella casa?
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La storia di questa dimora è nota,ma l’hai narrata con una padronanza di linguaggio di cui pochi dispongono.Brava
Marco