Una delle cose che mi hanno lasciata più interdetta nel corso della mia “spedizione” in Val di Fassa è l’aver appreso che non solo case, antiche locande, ponti, antiche parti di castelli o fontane possono essere infestate, ma anche luoghi apparentemente innocui, come qualcosa che si vede spesso nei grandi terreni prativi: i fienili.
In questo settore delle infestazioni, la casistica riporta svariati casi, ma tre sono quelli, riguardanti fienili infestati, che hanno maggiormente colpito la mia attenzione, e che riporto.
Un uomo aveva per un giorno intero falciato un prato situato in località Livinallongo, dove aveva anche un fienile. Arrivata la sera, preferì dormire sul fieno ammassato nello stabile anzichè raggiungere la sua abitazione, che si trovava a molti chilometri. Stanco per il molto lavoro svolto, si addormentò subito, ma ben presto fu svegliato da un grande fracasso che lo tenne sveglio per tutta la notte. Il fracasso lo terrorizzò. Sentiva infatti strani suoni intorno al fienile, come di catene trascinate, e molti boati che sembravano scuotere la montagna. Per quanto osservasse, dai buchi nelle pareti in legno, non vedeva nulla di strano, ma non si fidò a mettere il naso fuori dalla porta del fienile, almeno fino a quando le prime luci dell’alba facero cessare ogni rumore.
Sapendo quanto era precedentemente accaduto, molti pastori che dovevano passare la notte in quei pascoli che tutti ora dicevano infestati, non si arrischiavano di farlo nelle vicinanze di quel fienile. Una notte, le pecore che pascolavano stavano rientrando nella stalla, e nel frattempo le campane della chiesa di Livinallongo presero a suonare il “fioretto”, perché si era nel mese di maggio e questo è il mese dedicato alla Madonna. Rinchiuse le pecore, i giovani pastori stavano per ritorare a casa, quando uno di loro si accorse che le pecore erano di nuovo tutte fuori dal fienile. I giovani tornarono indietro stupiti e si accorsero che le povere pecore erano spaventate. I pastori ricondussero le pecore nella stalla, chiudendo nuovamente la porta. Si incamminarono nuovamente verso casa, ma a un certo punto uno di loro si voltò e vide che le pecore erano tutte di nuovo fuori. I ragazzi si misero a piangere, non capendo cosa stesse accadendo. Un uomo che si trovava poco distante da lì si avvicinò ai giovani, e i pastori riferirono l’accaduto. L’uomo allora prese l’ascia da terra, e si avviò con i pastori al fienile, per risolvere una volta per tutte la questione. Poco distante da lì passava in quel momento anche una ronda di finanzieri, che interrogò sul motivo di tale scompiglio. Credendo che tra la paglia del fienile vi fossero nascosti dei contrabbandieri, i finanzieri entrarono nel fienile e colpirono la paglia con la spada, per scovare eventuali persone nascoste.Ma dalla paglia non uscì nessuno. Le pecore vennero dunque ricondotte nella stalla per la terza volta, e questa volta le bestie entrarono senza dare più alcun segno di nervosismo.
Da dove derivano allora queste manifestazioni? Gli abitanti di Livinallongo sostengono che tutti i fenomeni sono dovuti a un pastore che si sarebbe impiccato all’interno del fienile, e il cui spirito sembrerebbe abitare ancora quei luoghi.
Il terzo caso invece ci porta a parlare non di un fienile, ma di un deposito in legno che si trova in una vasta piana prativa, appena fuori il paese di Pozza di Fassa.
Si tratta di uno di quei depositi in cui normalmente si mettono gli attrezzi che servono per effettuare la fienagione e che d’inverno servono da deposito accessorio per il fieno per le mucche.
Questo fienile si rese protagonista in tempi abbastanza recenti (1947 circa) di una serie di fenomeni paranormali.
Durante la fienagione, i proprietari evitavano di dormirci all’interno, perché durante la notte era un continuo di rumori assordanti, cigolii, urla, passi e boati. Una mattina la moglie del proprietario del deposito stava raccogliendo l’erba nei pressi del fienile, quando alzò la testa e vide, seduto su un masso a poca distanza dal fienile un uomo, che si teneva la testa tra le mani e sembrava stesse pregando o forse meditando. La donna si avvicinò per vedere di chi si trattasse, e vide che l’uomo aveva il volto completamente carbonizzato. La poveretta si mise a urlare e scappò via terrorizzata, tornando al fienile poco dopo con altre persone, ma quando tutti arrivarono, dello strano uomo non c’era più nessuna traccia. Poco dopo si seppe che proprio nei pressi del fienile era morto un giovane soldato, che lo scoppio di un ordigno aveva carbonizzato.
wow!!
@WW. infatti è una delle cose più affascinanti e misteriose delle possessioni,mi piacerebbe saperne di più.
@Nick: infatti è quello il punto,una persona così legata a un luogo che anche se morta vi fa ritorno.Suggestivo ma pauroso secondo me..
@Misia: grazie stella, anche a me piace Ginevra! ^__^ (il nome, intendo ghghgh)
@Angie: hai ragione, non c’è luogo che non possa infestarsi,alle volte anche un singolo oggetto può essere infestato.
@Sibilla: Grazie di essere passata, ti aspetto!
Bellissime storie! In val di Fassa ci sono stata spesso ma non in quel paese.. Sono veramente affascinanti!
A presto…Sibilla
Credo che ogni luogo possa infestarsi, nel caso che qualche evento funesto sia avvenuto in quello stesso luogo, ad esempio cantine, strade, ponti.
Certo sono meno suggestivi, vuoi mettere un fienile con un castello?
La tua storia è interessante e molto originale.
Ciao
Angie.
Sempre post molto interessanti, brava Ginevra! ps.Adoro questo nome 🙂
Io credo che certi luoghi siano letteralmente imbevuti della personalità dei defunti, non importa se siano case, chiese o fienili l’importante è il legame tra luogo e presenza.
Chissà gli spiriti come scelgono i luoghi da infestare, perchè non sempre è perchè è il luogo in cui sono morti di una morta imprvvisa e violenta che li mantienelegati li. A volte c’è molto di più, ma è difficile da capire!