Ho toccato più volte qui nel blog la “tematica peste”. Ho raccontato del miracoloso pozzo di San Sebastiano, e ho parlato della costruzione della Basilica della Madonna della Salute, costruita dai veneziani per ringraziare la Vergine per la fine della pestilenza, ho parlato anche dell’isola di Poveglia, trasformata in un lazzaretto.
Ho scoperto però che, mentre la peste infuriava in città, mietendo continuamente vittime, un quartiere della città veniva invece misteriosamente, e miracolosamente, risparmiato.
Non solo: durante la prima guerra mondiale, un’infinità di bombe piovvero sulla città, eppure in quel luogo non ci fu alcun danno: o caddero e non esplosero, o il congegno sugli aerei che comandava il meccanismo per sganciare le bombe inspiegabilmente smetteva di funzionare. Eppure in questo caso non si tratta di una leggenda, ma sono le stesse cronache che ci tramandano questa leggenda, con un’interessante curiosità.
C’è una certa iscrizione su una lunetta posta all’ingresso di uno dei sottoporteghi di accesso alla corte che va da calle di San Zorzi e corta Nuova. Questa iscrizione ci ricorda un misterioso arresto dell’epidemia di peste avvenne proprio sulla soglia di questa zona di Venezia, che guarda verso santa Giustina e le Fondamenta Nuove.
L’iscrizione ci dice che in ben sei periodi storici diversi, ossia 1630, 1636, 1849, 1855, 1917 e 1918, questa zona di Venezia presa dal morso della peste prima e minacciata dalle bombe della prima guerra mondiale poi, fu risparmiata dall’epidemia e dalla distruzione.
Nè la peste nè la guerra sono mai entrati in questo luogo, e ancor oggi ci si domanda come ciò sia stato possibile.
Si parla spesso di una strana energia positiva che aleggia tra quelle calli, e di una particolare devozione degli abitanti del sestiere alla Vergine Maria: una concentrazione così intensa di fede e di preghiera capace di allontanare il male e ogni tipo di violenza.
Ma da dove proviene questo “potere”?
La leggenda narra che durante la terribile pestilenza del 1630, quella che causò la morte di più di 50.000 persone solo a Venezia, una donna molto religiosa di nome Giovanna avesse esortato con forza la popolazione del quartiere a rivolgere molte preghiere alla madre di Cristo, in modo da creare una sorta di cerchio protettivo dal male.
La donna, tra l’altro, aveva dipinto una tela raffigurante la Madonna con San Rocco, San Sebastiano e Santa Giustina.
Giovanna aveva collocato questa tela nel sotoportego della Corte Nova e tutti i giorni diceva agli abitanti della zona di ritrovarsi lì per pregare e, soprattutto, per chiedere un’intercessione divina che li salvasse dai pericoli. Sembra che la diffusione della peste si fermò proprio nei pressi del dipinto, e anche durante le epidemie di colera del 1849 e 1855 tutti gli abitanti della Corte vennero risparmiati dal contagio.
Gli abitanti della zona eressero all’interno del sottoportico ben due capitelli, che riproducono le immagini della Vergine Maria, posizionati uno di fronte all’altro, per ringraziare la Madonna della Salute di avere risparmiato la loro comunità.
Nel corso del tempo inoltre l’intero sotoportego si è arricchito di varie tele ed ex voto che raccontano la genesi di quella strana cortina di protezione intorno alla zona.
Ogni giorno i due capitelli sono meta di pellegrinaggi della gente che si reca a portare alle due Madonne un fiore, un bigliettino, una preghiera o molto più semplicementre, passando sotto il portico e fermandosi a osservare le belle immagini, rivolge alla Madonna una preghiera silenziosa e un Segno di croce.
Infatti è molto frequente vedere persone, soprattutto anziane, ferme davanti ai capitelli intente a recitare il Rosario…
Non dobbiamo infine dimenticare che ogni 21 novembre, in occasione della Madonna della Salute, mentre sul Canal Grande viene allestito il tradizionale ponte di barche che conduce alla Basilica della Madonna della Salute, nel sottoportego della Corte Nova viene recitato un rosario a ricordo dell’intercessione della Vergine e dei miracoli avvenuti nella zona.
E il dipinto realizzato da Giovanna? Scomparve misteriosamente, tanto che una piccola pietra in marmo rosa corallo di Verona è stata posta a terra, esattamente nel luogo dove era stato sistemato il quadro della Madonna, a memoria dell’evento miracoloso.
E questa pietra racchiude un interessante segreto: se osservate i veneziani a passeggio, noterete che fanno di tutto per non calpestare quella pietra.
I veneziani infatti ritengono che calpestare la pietra rossa sia foriero di gravi sventure. In alcuni casi, dicono che pestarla potrebbe provocare eventi luttuosi, perdite di denaro, sciagure economiche, fine di matrimoni, e così via…
Ma da cosa deriva questa superstizione? Basti pensare che anticamente, la lettura delle sentenze di morte capitale a Venezia veniva pronunciata tra le due colonne in marmo rosso che si trovano in Piazza San Marco, situate proprio sulla Loggia Foscara di Palazzo Ducale, che ancora si vedono, e delle quali una è più scura dell’altra sembra per il sangue versato dai condannati a morte…
Oltre a questo il colore del lutto ai tempi della Serenissima era considerato non il nero, ma il rosso. Probabilmente da questo si è passati a pensare che calpestare la pietra possa portare sventura, ma ovviamente non ci sono prove che sia davvero così, anche perchè ultimamamente c’è chi invece ritiene che calpestarla possa esser solo di buon auspicio… e noi glielo lasciamo credere!
Le foto usate in questo post sono tratte da alloggibarbaria.blogspot.com
@Sibilla: grazie!
@Granduca: che onore! La ringrazio, messere!
Anche se un po in ritardo, però ci tengo a dirti che la storia mi ha appassionato e il fatto che sia ambientata a Venezia gli dona ancora maggior magia.
La prossima volta che ci capiterò, farò sicuramente un giro in questi calli.
Anche se un po in ritardo, però ci tengo a dirti che la storia mi ha appassionato e il fatto che sia ambientata a Venezia gli dona ancora maggior magia.
La prossima volta che ci capiterò, farò sicuramente un giro in questi calli.
Che leggenda favolosa! è veramente una storia affascinante!
A presto…Sibilla
@Veronica: grazie della visita!
@Angie: grazie stella!
@Nick: oh bene,ora con la volpe non dovrebbero esserci più problemi! Si spera 😉
@Melinda: Grazie!!! perchè non la racconti questa storia della pietra? Sarebbe molto interessante!
@Ariano: garzie, sei smpr gentilissimo 😉
Estremamente interessante e soprattutto capace di accrescere ancora di più (se possibile) la magia di Venezia, città dove davvero ogni sotoportego o chiesetta o piccolo campiello nasconde una storia e delle cose da vedere.
Ottima ricostruzione,quanta passione e cura riversi in ogni tuo lavoro,è un blog enciclopedico e meritava una visita e un’adesione,senza dubbio!
Chris
Che storia!!! Davvero interessante!!!
Mentre leggevo avevo gli occhi sbarrati e la bocca aperta (da vera ebete :P)
Ti do ragione, è una delle storie più affascinanti che tu abbia scoperto! Continua a stupirci Donata!!!
Ah, riguardo al particolare di non calpestare la pietra, ricordo che da piccola non passavo mai sopra ad una grande pietra rotonda, posta in un marciapiede del paese dei miei, perché sapevo che c’erano sepolte delle ossa e avevo paura potesse succedere qualcosa! Forse anche adesso non ci passo sopra, ma lo faccio senza rendermene conto!
Buona serata! 🙂
Ecco installato Firefox e finalmente risco a ricommentare.
Bella storia as usual.
Davvero affascinante questa storia, sei proprio bravissima amica mia.
Un bacione
Angie
Eccomi qua, sono venuta a trovarti! Fai ricerche interessantissime, anche un po’ paurose… -la sottoscritta è molto impressionabile :)). Ma ti seguirò con molto piacere!!
Grazie Luigi, è una delle storie più affascinanti che ho scoperto in effetti, lieta ti sia piaciuta! ^__^
Fatti ben spiegati, storia interessante.
Curiosa la questione della pietra, magari non calpestata anche per segno di rispetto, se riferita a ciò che c’era prima.