Alle ore 13:12 di oggi, una insolita scossa di terremoto di magnitudo 4.7 è stata registrata nel mar Jonio, a 48,5km di profondità al largo di Calabria e Sicilia. Alle 15:27 una nuova scossa di terremoto s’è verificata nei mari del sud, stavolta nel basso Tirreno, alle isole Eolie, di magnitudo 4.1. La scossa, però, è stata ancor più profonda rispetto a quella dello Jonio, addirittura di 178km secondo i dati dell’Ingv, com’è consueto proprio alle Eolie dove spesso le scosse sismiche si verificano a gran profondità.
Prima di questa scossa, numerosi sismi avevano colpito l’area orientale della Sicilia. Ci si chiede, a questo punto, se le scosse qui registrate non siano in qualche modo collegate con il risveglio dell’Etna, con le altre scosse documentate dall’INGV e con gli altri eventi finora registrati.
Nei giorni scorsi, i sismografi sempre attivi nella zona del vulcano siciliano hanno infatti registrato molti movimenti tellurici, circa 40 scosse registrate nella sola notte dle 27 giugno nel Catanese, di cui 6 con magnitudo superiore a 2.0. La più forte è stata di magnitudo 3.2, secondo l’analisi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania. Cosa starebbe accadendo dunque nei condotti magmatici interni al vulcano? Si è parlato di un’attività di “ricarica” di energia dell’Etna: i sismi, che non hanno provocato danni a cose o persone, hanno avuto ipocentri compresi tra i 5 e i 6,2 chilometri di profondità ed epicentri in prossimità dei comuni di Giarre, Milo, Sant’Alfio, Santa Venerina e Zafferanea Etnea, paesi dove gli eventi sono stati avvertiti.
L’Etna non erutta da più di due mesi, ma in realtà la sua attività non si è mai fermata: era il 24 aprile e dopo tante eruzioni a distanza ravvicinata, pochi giorni una dall’altra, adesso il vulcano sembra essersi calmato. Ma è davvero così? Qual’è la situazione nelle viscere dell’Etna?
Da marzo 2012 i tempi di riposo tra un episodio di fontana di lava e il successivo hanno avuto una durata da 11 a 14 giorni. Dopo l’evento eruttivo del 24 aprile il vulcano è rientrato in una fase di apparente quiescenza che ad oggi è ben più lunga rispetto a quanto osservato dopo i precedenti episodi eruttivi. Relativamente al prossimo evento eruttivo, è bene precisare che fare una previsione significa determinare tempo e luogo di una eruzione nonché la sua tipologia ed intensità.
Ancora oggi, come per i terremoti, non è possibile fare la previsione di una eruzione nel senso deterministico del termine. Pertanto, quando si parla di previsione di una eruzione si deve intendere una previsione probabilistica, che definisce la probabilità che un evento eruttivo di una certa tipologia e grandezza possa verificarsi in un determinato arco di tempo. Pertanto, quanto oggi siamo in grado di rilevare in maniera chiara, grazie al complesso sistema di monitoraggio multi-parametrico installato sull’Etna e all’attività di sorveglianza H24 svolta presso la Sala Operativa dell’Osservatorio Etneo, è un cambiamento dello stato di attività del vulcano e sulla base delle variazioni osservate nei parametri monitorati e delle conoscenze acquisite sui fenomeni eruttivi che si sono verificati all’Etna a partire dalla fine degli anni 90. Allo stato attuale delle informazioni in possesso degli studiosi, insomma, oggi è possibile fare delle previsioni di tipo probabilistico e definire scenari eruttivi verosimili.
Si ritiene che allo stato attuale il vulcano, trovandosi in uno stato metastabile, possa riprendere la sua attività eruttiva con le stesse modalità recentemente mostrate, ovvero con eventi di tipo parossistico di fontane di lava. Tale tipo di attività, come già verificato in occasione dei precedenti episodi parossistici, sarebbe preannunciata in una prima fase da un’attività stromboliana (giorni/ore prima) e successivamente da variazioni nelle localizzazioni del tremore vulcanico che preannunciano la migrazione del magma verso la superficie (diverse ore prima) e l’innesco dell’attività parossistica.
Ma non è da escludere, sulla base dei dati finora registrati, la possibilità che si possa aprire una fessura eruttiva alle quote più elevate come verificatosi nel maggio del 2008 nella parte alta valle del Bove. In questo caso, l’attività potrebbe essere caratterizzata da un’intensa attività esplosiva iniziale da bocche localizzate nella parte alta della fessura che gradualmente passa ad una forte attività stromboliana lungo la fessura eruttiva e all’emissione di lava da bocche localizzate nella parte bassa della fessura.
Come funzionano queste dinamiche? I fenomeni eruttivi del 2011 e del 2012 si inseriscono in una fase di ricarica del sistema di alimentazione del vulcano iniziata a partire dal dicembre 2008, a seguito della risalita del magma da sorgenti localizzate a media profondità (2-5 km al di sotto del l.m.).
Quando durante una serie parossistica il vulcano non erutta, è vero che continua a caricare energia e quindi il parossismo successivo è più intenso (come quello del 5 gennaio, che si è verificato 1 mese e 20 giorni dopo il precedente?)
Qual’è, in generale, l’attuale “status” eruttivo dell’Etna e come mai nelle ultime settimane continua ad emettere in continuazione fumi e vapori, cosa che prima non accadeva?
Infine, l’attività del vulcano è legata agli eventi sismici che si verificano in giro per l’Italia e il Mediterraneo, molto frequenti – anche di una certa entità – nell’ultimo mese?
Non ci deve stupire che l’attività vulcanica possa essere messa in relazione anche con l’attività di grandi terremoti visto che ambedue le fenomenologia rispecchiano la dinamica del sistema Terra.
Ad esempio, nel 2010 abbiamo fatto uno studio sulla possibile relazione tra grandi terremoti e l’attività eruttiva dell’Etna. In diverse occasioni siamo riusciti a riscontrare come il passaggio delle onde sismiche generate dai grandi terremoti, anche distanti, possano influenzare il sistema vulcanico. In tali occasioni, è la parte gassosa dei fluidi magmatici che viene in qualche misura sollecitata dal passaggio di queste onde, che generano dei piccoli “sforzi dinamici” che possono anche portare ad una accelerazione del processo eruttivo.
Comunque, questa accelerazione nel processo eruttivo è possibile solo quando il vulcano è già pronto per eruttare. Sono diversi i casi già osservati all’Etna e il più eclatante è quello avvenuto dopo il grande terremoto di magnitudo 7.8 del Sichuan in Cina del 12 maggio 2008, appena un giorno prima dell’inizio dell’eruzione del maggio 2008-luglio 2009.
Relativamente a quanto sta accadendo nel Mediterraneo e in particolare in Italia, con l’intensa sequenza sismica in Emilia, anche se è difficile stabilire una stretta relazione con l’attività dell’Etna, tutto ciò può anche essere ricondotto a processi geodinamici a carattere regionale e queste dinamiche possono riflettersi anche sui vulcani, che non sono altro che delle finestre aperte sull’interno della Terra e possono rispondere a processi a più ampia scala.
Ad esempio quanto accaduto negli anni 2002-2003 con il succedersi in un breve arco spazio-temporale del terremoto di Palermo di magnitudo 5.6 (6 Settembre), dell’eruzione dell’Etna (iniziata il 27 ottobre), del terremoto di San Giuliano di Puglia di magnitudo 5.4 (29 ottobre), dell’attività di Panarea (2 novembre), dell’eruzione dello Stromboli (iniziata il 28 Dicembre), non può essere considerato una casualità, anche se ancor oggi non è possibile dare una spiegazione scientifica univoca. Questo breve ciclo probabilmente si concluse nel maggio 2003 con il terremoto di magnitudo 6.7 in Algeria.
Ma forse, non è dell’Etna che dobbiamo preoccuparci, quanto di un altro vulcano, definito “addormentato”, ma pronto a risvegliarsi da un momento all’altro, e con effetti, se possibile, ancora più devastanti.
FONTE: METEOWEB.EU
L’ho sentita pure io, e sì che ho sempre pensato che a bari non avrei sentito nulla, niente Ferrara x questo motivo, e invece…Comunque, parlando di cose serie: che l’Etna sia attivo non ci piove; che il Vesuvio sia attivo ma quiescente non ci piove manco lì. Se non erro, quelle liste di dati che hai inviato si riferiscono all’ultimo trimestre, non è che me ne intenda molto, ma sono picchi significativi, soprattutto in a3, in basso a destra. Ho notato qualche plusvalenza, ma per me non è significativa di nulla.
Riferisco poi: il Capitano è ricomparso, che pezzo di coglione, quante seghe s’ha da fare adesso? 😀
1) a3 in effetti è strapieno di anomalie, la plusvalenza per me è significativa eccome, basta che confronti il grafico di maggio con quello di giugno e vedi che le due cose, i due campi sopra, sono praticamente coincidenti…non è un bel segnale 🙁
2) ah davvero? pensa te, se non me lo dicevi tu nemmeno me ne accorgevo. da lì vedi quanto mi interessa, sai che non mi ricordo più nulla? Che vorrà mai dire? 😉
Dei Vulcani sono sempre diffidente!
Io pure 🙁
Speriamo che non succeda niente!
Speriamo 🙁