Esiste ancora ben radicata nella mentalità delle persone la tendenza a volersi appropriare a ogni costo delle cose altrui. E si vorrebbe portar via tutto.
Eppure, per chi non lo sapesse, esiste una legge non scritta, ma tramandata forse dalla paura e dalla superstizione, che potrebbe quanto meno far desistere molti dal loro desiderio di espandersi…
Chi infatti, nella mentalità contadina dei luoghi d’alta montagna, si appropriava del terreno altrui, correva il serio pericolo di essere dannato per l’eternità.
Camminando lungo la strada che da Pozza di Fassa porta a Mazzin, si possono vedere dei prati rigogliosi, sia a destra che a sinistra della strada, prati adibiti a pascolo o terreno coltivabile da parte degli abitanti dei luoghi.
Andando però di notte, può succedere di vedere un uomo al lavoro in quei campi, un uomo indaffarato a spostare i grossi ceppi di confine che sono stati piantati lì molti anni or sono, ma che la cupidigia umana ha spostato di qualche metro, privando il legittimo proprietario del terreno, e firmando così la propria condanna.
Se vi venisse la tentazione di fermarvi e aiutare quel contadino a finire prima il suo lavoro, chè i cippi sembrano pesanti e il contadino non pare davvero essere in grado di spostarli, non fatelo!
Egli vi si rivolterebbe contro con gli occhi infuocati, maledicendovi e maledicendo se stesso per essere costretto a compiere quel lavoro per l’eternità. E vi spiegherebbe perchè è ridotto a quell’opera.
Spostare i ceppi di confine di un terreno, per privare il confinante di una striscia di terreno da annettere al proprio podere, era da sempre considerata una prassi comune in quei luoghi, e forse lo è tutt’oggi, ma era una pratica che va contro la comune morale e soprattutto contro il Comandamento che impone di “non rubare” e di “non desiderare la roba d’altri”.
Apparentemente, la maledizione non sortì alcun effetto, e il contadino ebbe i sui tre piedi di terra in più.
Tutte le notti, infatti, dovette tornare a quel campo e tentare di spostare i ceppi di confine al loro posto, per guadagnare la salvezza eterna…ma si sa, i fantasmi non possono spostare gli oggetti, e così il contadino avaro è ancora lì che prova e riprova ad aggiustare lo sbaglio che aveva fatto in vita. Inutilmente.
Ben gli sta! Mai appropriarsi delle cose altrui!
Ciao gemellina, latito un po’ ultimamente, pardon 😀
Gli è andata male…ma io spero comunque che abbia un’altra opportunità…di imparare ….
Tutti la dovrebbero avere.
Ciao Un abbraccio
Angie
Ndina: tranqui, latitiamo entrambe 😀
Angie: concordo con te, anche se pochi meritano davvero una seconda opportunità 😉
Bel racconto… L’anima vale più dell’avere 🙂
Concordo 😉
Classica ma inquietante e di insegnamento.
Grazie 😉
Quel contadino ha avuto quello che si meritava.
Infatti