Ci sono dei luoghi che adoro visitare. Sono i paesi fantasma. Qui su Pensierospensierato ne ho parlato diverse volte, realizzando un piccolo dossier di vari paesi abbandonati che mi hanno particolarmente colpito per la loro storia.

Oggi voglio portarvi a visitare un paesino toscano, vicino Pisa. Un paese fantasma, per l’appunto, ma reso fantasma…a causa di un fantasma.
Chi si addentra per per la prima volta a Toiano, paesino nel comune pisano di Palaia, rimane subito colpito per una cosa: il silenzio tombale che vi dimora.
Non c’è nulla. Solo silenzio, rotto dal fruscio del vento tra i rami. Un posto meraviglioso…eppure qualche brivido lo si prova.

Lo si prova guardando quelle case abbandonate in fretta e in furia dagli abitanti, negli anni 50 nel secolo scorso. Case con tutti i mobili ancora dentro, come se qualcosa, o qualcuno, avesse costretto gli abitanti del borgo a lasciarlo di corsa. 
Un po’ come Ca’ Scapini, il paese dei bambini perduti.

Non ci sono storie di pestilenze che accompagnano la fine di questo grazioso borgo, che però bisogna dirlo, in tempi recenti sta tornando ad essere popolato, con il recupero di alcune case utilizzate per le vacanze. Non si sa nemmeno perchè sia stato abbandonato: il progresso forse, le poche comodità, il disagio di salire la ripida collina che a Toiano conduce…Ma lì, tra le verdi colline pisane, e i calanchi grigio-ocra di sabbia, è un panorama davvero splendido…

A Toiano non manca davvero nulla: case, chiesa e cimitero. Il cimitero è piccolo ma molto grazioso, come vedete dalle foto a corredo del post, e anche la chiesa non è male…sconsacrata, ovviamente, e c’è chi giura che ogni tanto qualcuno vi si addentri per la celebrazione di qualche rito…non satanico, poichè nella zona non sono mai state individuate tracce di questo tipo di ritualità, ma di riti, diciamo così, pagani. Sembra infatti che la gente di questa terra veneri moltissimo la Dea Madre, la personificazione della Natura, e spesso sono state individuate tracce di complesse ritualità che ad essa si riferiscono.

C’è anche, ovviamente, chi afferma che il paese sia stato abbandonato così in fretta a causa di un fantasma. Un fantasma in un paese fantasma.
E il bello, o il brutto a seconda dei casi, è che tutto parte da una storia vera. I boschi di Toiano furono infatti testimoni di un fatto di sangue che fece molto scalpore: il delitto del Corpus Domini, il 5 giugno 1947

Tutti furono sconvolti e nello stesso tempo attratti dal terribile assassinio della “bella Elvira“, come veniva comunemente chiamata Elvira Orlandini, una splendida ragazza di appena ventidue anni, trovata sgozzata presso il Botro della Lupa, un bosco vicino a casa, dove era andata ad attingere acqua ad una sorgente. 
Sgozzata, dopo essere stata ripetutamente violentata e picchiata. 

Giuseppe Meucci, su La Nazione del 16 aprile 2006, racconta così il delitto:

«I parenti, dopo averla cercata per ore, la trovarono priva di vita, il corpo insanguinato parzialmente nudo. Una coltellata le aveva quasi staccato la testa dal collo. I carabinieri cercarono a lungo, ma il coltello non fu mai trovato e mancava anche un indumento intimo che Elvira indossava quando uscì di casa. Incolparono il fidanzato, Ugo Ancillotti, contadino anche lui, che fu poi assolto dopo due anni di carcere e alla fine di un processo che si trasformò in psicodramma collettivo. Cominciò di fronte alla corte di assise di Pisa nel marzo 1949 ma fu presto trasferito a Firenze per “legittima suspicione”, tale era la pressione dei curiosi che ogni mattina si presentavano a centinaia di fronte all’aula, con gli animi accesi, divisi fra innocentisti e colpevolisti. C’era chi voleva vedere la “belva” di Toiano condannata senza pietà, chi prendeva le difese del bravo giovane appena reduce dalla guerra. Ma anche a Firenze il processo non si svolse in un clima sereno. Avidi di particolari intimi sulla storia d’amore di quei due contadini e sui sospetti che venivano sollevati sulla condotta della “bella Elvira”, gli spettatori del processo parteciparono con inusitata veemenza al dibattito. Provocarono addirittura incidenti, ci furono scontri, tentativi di aggressione ai testimoni ritenuti reticenti e più di una volta i carabinieri furono costretti a sgomberare l’aula e sedare i tumulti. Almeno duemila persone si affollavano ogni giorno davanti all’edificio della corte d’assise di Firenze, allora in piazza della Repubblica, e i book­maker clandestini raccoglievano scommesse aggiornando le quote di ora in ora a seconda dell’andamento del processo. 

Cimitero di Toiano

Del delitto di Toiano si cominciò a parlare anche all’estero e non mancarono neppure i rabdomanti, i maghi, le lettere anonime. In una sola giornata il presidente della corte d’assise di Firenze ne ricevette quindici. Tutte con il nome del vero assassino, che non era quello dell’ Ancillotti, ma un altro che correva di bocca in bocca. Il paese di Toiano divenne popolare in tutta Europa. Il culmine si ebbe il 14 luglio 1949, quando i giudici decisero di compiere un sopralluogo al Botro della Lupa, dove Elvira aveva incontrato il suo assassino. Mentre giudici, avvocati e cancellieri stanchi e accaldati si fermano a bere alla sorgente, intorno fanno ressa centinaia di persone, solo una piccola parte di quelle che si erano mosse per andare al Botro della Lupa. Le altre, tentando di aggirare i posti di blocco dei carabinieri, non riuscirono a orientarsi nei sentieri intorno a Toiano e si persero nei boschi dove vagarono fino a notte inoltrata. Poi l’assoluzione di Ugo Ancillotti per insufficienza di prove e il suo ritorno in paese da trionfatore.»

Elvira Orlandini: il fantasma di Toiano?

Un delitto rimasto insoluto, e un mistero ancora del tutto aperto: il volto sorridente della povera contadina oggi è visibile sul ceppo di marmo che è stato eretto lungo la strada che collega Palaia e Toiano. Molte persone le portano dei fiori, per ricordare questa sventurata, l’ennesima morte senza un perchè, senza un colpevole…
Elvira è rimasta nei cuori di tutti, per il suo volto dolce e sorridente…Se chiedete in giro, tra i vecchi dei paesi vicini, ancora oggi molti si prestano ben volentieri a parlare della “bella Elvira”. 


Ma Elvira spaventa anche, se è vero che, subito dopo il delitto, strane visioni interessarono il paese di Toiano, visioni di una bella ragazza con i capelli neri, un lungo abito rosso vermiglio, rosso però del suo sangue, versato dalla gola recisa. Un’apparizione che sembrava ricordare proprio il delitto della povera Elvira…e ci furono molti, in paese, che giurarono di aver visto il fantasma di Elvira passare di casa in casa, come l’angelo della morte di biblica memoria, osservando chi quelle case abitava…e cercando, cercando tra quelle mura il proprio assassino…senza trovarlo, questo è vero, se ancor oggi il delitto resta insoluto e Elvira non è ancora stata vendicata. Però il fantasma di Toiano continua ad aggirarsi tra quelle case spettrali, cercando e pretendendo, com’è giusto che sia, giustizia!


Prossimamente, su questi schermi, un’ospite d’eccezione che parlerà di un luogo misterioso…già visitato su Pensierospensierato, ma del quale un “addetto ai lavori” darà una visione…particolarissima…

Stay tuned!
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11 pensiero su “Il fantasma del paese fantasma: Toiano”
  1. Ecco, questa dei luoghi abbandonati e dei fantasmi è una passione che condividiamo, anche se io ne parlo pochissimo sul mio blog.
    Storia affascinante, questa di Elvira.

    A proposito di paesi fantasma, mai visitato Craco? 😉

    1. Grazie Hell e benvenuto! Non ho mai visitato Craco, ma ho visto alcuni filmati su YT che lo rendono davvero affascinante e…meritevole di farci una visita con annesso post 😉

  2. Un bel racconto dietro un tragico evento… Spererei soltanto che la povera Elvira non apparisse a cercare il suo assassino per la vendetta, ma che cercasse il suo Amore, perchè l’amore sia stato più forte della vendetta. Forse non sarà così, ma sarebbe bello pensarlo. Un abbraccio.

    1. Bel pensiero il tuo, non so cosa cercasse effettivamente Elvira, ma non credo l’amore sai, quando una persona soffre è difficile far mente pulita dalle sofferenze e lasciarsi andare all’amore…è difficile davvero. Un abbraccio a te

  3. Se tanto mi dà tanto, di paesi-fantasma saremo pieni, con tutti i delitti che restano senza colpevole, nonostante i mezzi a disposizione degli inquirenti e delle forze dell’ordine si siano affinati. Anzi, forse proprio questo eccessivo affinamento delle “armi” a disposizione sembra diventato un freno. A questo si aggiunge la malizia di avvocati senza scrupoli, che insegnano agli indagati i trucchi per rendere difficoltose le indagini. Forse non per niente hai citato Avetrana, dove un contadino e i suoi famigli riescono a prendersi gioco della giustizia, seguendo pedissequamente le istruzioni di legali, a mio parere, disonesti. Verso il cadavere di una ragazza che ancora cerca giustizia e che penso stia girando per il paese, invocandola con silenziosi squarciagola.
    Bellissimo il racconto e le foto a supporto, more solito avvincenti.
    Ciao.

    1. il tuo ragionamento non fa una piega, effettivamente ogni luogo nasconde i proprio scheletri nell’armadio, ed è sempre difficile poi trovare un reale colpevole…grazie per i complimenti 😉

  4. Angosciante.
    Una tragica leggenda che nasconde un bieco atto di violenza sulle donne.
    La cosa più angosciante è che sembra che a distanza di decenni le modalità del comportamento dei curiosi e degli spettatori morbosi per Toiano come per Avetrana siano le stesse.

    1. Beh ti dirò, a Toiano forse le cose sono un po’ diverse, non se n’è parlato molto alla TV, praticamente anzi è una storia quasi sconosciuta…invece Avetrana era sulla bocca di tutti per colpa delle TV, però effettivamente il turismo dell’orrore è sempre in agguato: Cogne, Il Giglio con il relitto del Concordia, Avetrana, senza dimenticare le terre emiliane colpite dal terremoto.

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