Torniamo a parlare di Benedetto XVI e delle sue dimissioni. Com’è ovvio, i giornali di tutto il mondo hanno riportato in prima pagina la notizia, tweet e messaggi si sono susseguiti su ogni social network, le trasmissioni tv hanno fatto speciali a non finire…è ovviamente una notizia di primo piano, sia per il peso che inevitabilmente ha nella Chiesa, sia per tutta una serie di ragioni che toccano molti altri ambiti.
Certo è che la scelta del Papa è stata coraggiosa, è stata la dimostrazione della grande forza di quest’uomo che si è trovato prima a dover raccogliere un testimone davvero pesante, come quello lasciato dalla figura di Karol Wojtyla (figura per certi aspetti “ingombrante” vista la grandezza del suo pontificato), poi a dover fronteggiare gli scandali che si sono susseguiti in sette anni di pontificato: la pedofilia nella Chiesa, gli scandali finanziari, il caso Vatileaks e non ultimo lo “schiaffo” subito dal suo maggiordomo.
Non deve essere stata facile per il Papa sopportare tutto ciò, ed è quindi comprensibile il suo smarrimento, il suo dolore, la sua scelta di mettersi da parte e affidare la Chiesa ad altre mani. Il Papa era stanco, lo si è visto nelle ultime apparizioni, e ha fatto, a mio avviso, la scelta migliore.
Però…però a me come tutti sapete piacciono i misteri, e così mi sono interrogata su due cose.
dal 28 febbraio 2013, alle ore 20:00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il conclave per l’elezione del nuovo sommo pontefice
Questa è la formula usata dal Santo Padre per annunciare la fine del suo pontificato.
E io mi chiedo:
perchè proprio il 28 febbraio?
Perchè proprio le ore 20?
Ecco, questo è un mistero che voglio approfondire, e sul quale sto facendo delle ricerche per vedere cosa significa questa data, se ha un significato particolare oppure no. Per il momento non ho molte tracce, ma conto di scrivere un post non appena saprò qualcosa di più certo.
La seconda cosa è
Se n’è parlato lungamente ieri, quando il Papa ha rassegnato le sue dimissioni. Nel corso della storia, ci sono stati numerosi profeti e veggenti che cercarono di prevedere il futuro in modo più o meno preciso. Basti pensare a Nostradamus, le cui quartine sono state smembrate e interpretate in mille modi diversi…
In tempi recenti, quando si stata avvicinando la fine del mondo, si è parlato anche delle famose dieci profezie di Padre Pio.
Ora si è nominato anche Malachia.
Chi è Malachia? Ai più viene in mente forse il vecchio bibliotecario del Nome della Rosa, un frate burbero, assetato di conoscenza, che però per aver voluto ficcare troppo il naso nel proibito finì per rimetterci le penne.
Ma qui il nostro Malachia è un personaggio realmente esistito.
Maelmhaedhoc O’Morgair era un arcivescovo irlandese, nato ad Armagh nell’anno 1094. Nel 1139 si recò da papa Innocenzo II, che lo nominò legato pontificio per l’Irlanda. Durante questo suo viaggio in Italia conobbe Bernardo di Chiaravalle. Malachia morì a Chiaravalle il 2 novembre 1148.
Venne proclamato santo da papa Clemente III nel 1199. Benchè sia stato un grande riformatore per la chiesa irlandese, che salvò da un declino che durava da anni, Malachia è diventato famoso soprattutto per le sue profezie papali, che scrisse in seguito ad alcune visioni mistiche che ebbe nel corso del suo primo viaggio in Italia.
Le profezie sono un elenco di 112 voci, per lo più piccole frasi in latino, che descrivono ogni Papa a partire da Celestino II (1143) e terminano con la menzione di un certo Petrus Romanus. Sull’esattezza e l’interpretazione delle frasi di Malachia si è discusso molto: c’è chi dice che non siano nemmeno opera sua, in quanto furono pubblicate per la prima volta solo nel 1595 da un monaco benedettino, a quasi 500 anni dalla morte di Malachia, ma tutto è possibile.
LE PROFEZIE
La lista si conclude con Petrus Romanus, a cui Malachia non dedica una breve frase ma una più ampia descrizione:
In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen.
Tradotto:
Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.
Di tutte queste profezie papali ce ne sono alcune che sembrano sorprendentemente combaciare con la realtà.
Celestino II = Ex castro tiberis, il papa poi eletto fu Guido da Città di Castello, una cittadina umbra sulle rive del fiume Tevere: infatti la traduzione dice proprio dal castello sul Tevere
Lucio II = Inimicus expulsus, il nemico espulso, il papa si chiamava Lucio Caccianemici.
Eugenio III = Ex magnitudine montis, il papa proveniva da Montemagno, la traduzione dal latino letteralmente è “dal grande monte”.
Celestino V = Ex eremo celsius, elevato da un eremo; Papa Celestino V era un eremita.
Giulio III = De corona montana, si chiamava Giovanni Maria Chiocchi del Monte e il suo stemma raffigurava due corone.
Gregorio XXII = Nauta de Ponte Nigro, era cardinale di Negroponte e “nauta” l’espressione usata da Malachia per indicare i papi provenienti da Venezia.
Proviamo a vedere cosa succede con i papi eletti successivamente al 1600, cioè dopo la pubblicazione degli scritti di Malachia da parte del presunto falsario, sempre alcuni esempi.
Pio VII = Aquila rapax, “aquila ladra”. Papa Pio VII fu rapito da Napoleone, il cui stemma era un’aquila. Gregorio XVI = De Balnei Etruriae, il papa era camaldolese, un ordine nato nella antica terra dell’etruria, il cui nome romano era “Balneis”.
Leone XIII = Lumen de coelo. L’emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa sullo sfondo del cielo.
Pio X = Ignis ardens. Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli combatté il Modernismo.
Pio XI = Fides intrepida. La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e contro il fascismo ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, “Con ardente preoccupazione”).
Benedetto XV = Religio depopulata. Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il motto sembra riferirsi all’enorme numero di cattolici che caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio dalla Spagna, un paese cattolico.
Pio XII = Pastor Angelicus. Il cognome di Pio XII è Pacelli che, come amava ricordare lo stesso pontefice, in latino vuol dire “Pace del Cielo” (Pax caeli) e pertanto viene collegato alla profezia. In vita fu soprannominato Pastor Angelicus e gli fu dedicato un cine-documentario, in cui Pio XII recitò nel ruolo di se stesso, con questo titolo.
Giovanni XIII = Pastor et Nauta, prima di venire eletto papa, era patriarca di Venezia, e sappiamo che Nauta stava ad indicare proprio che il Papa predetto veniva da Venezia (vedi Gregorio XXII).
Paolo VI = Flos florum (fiore dei fiori). Lo stemma papale di Paolo VI riporta tre gigli.
Giovanni Paolo I = De Medietate Lunae, “il tempo di una luna”, cioè un mese, e il pontificato di Albino Luciani durò esattamente 33 giorni.
Venendo ai giorni nostri, per l’attuale papa, Benedetto XVI, definito come “De Gloria Olivae”, il riferimento viene individuato se si pensa al termine Olivae riferito all’ordine dei benedettini, detti anche “olivetani”. Inoltre Joseph Ratzinger naque sabato 16 aprile 1927, era il giorno del Sabato Santo, il giorno subito prima di Pasqua, e tutti sappiamo che la Pasqua ha come simbolo un ramoscello di ulivo…Da notare che nell’araldo del Papa è raffigurata un persona di colore sul lato destro (sinistro rispetto all’osservatore) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il termine “olivae” è stato collegato al colore di questo viso di moro. Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell’ordine degli Olivetani…tutte coincidenze?
LA PROFEZIA FINALE
Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia.
La frase di Malachia non è di certo incoraggiante, descrive uno scenario dove i fedeli “triboleranno” e Petrus Romanus avrebbe il compito di guidare il suo gregge verso una sorta di giudizio finale. La città dei sette colli è indubbiamente Roma, dove sappiamo tutti ha sede il Vaticano e quindi il potere centrale della chiesa, questo ci fa pensare che potrebbero essere solo la chiesa e i suoi fedeli ad essere perseguiti, e ad essere distrutta potrebbe essere solo Roma. Nella profezia infatti non si parla di vera e propria fine del mondo, è tutto molto vago e ci sono varie ipotesi a riguardo.
Secondo Malachia, quello attuale dovrebbe essere l’ultimo papa prima di “Petrus Romanus”; non viene chiarito se tra l’ultimo papa e quello attuale ce ne siano altri in mezzo, comunque Petrus Romanus dovrebbe essere l’ultimo papa della chiesa, che sia per causa della fine del mondo, per causa della fine della chiesa o per causa di una qualsiasi altra cosa non dato saperlo.
Un’ultima curiosità: ultimamente si pensa anche che Pietro Romano non sia riferito a un Papa ma bensì al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice, fa le veci del Papa in attesa dell’elezione del successivo. Ebbene… l’attuale Camerlengo è il cardinale Tarcisio Pietro Bertone, nato a Romano Canavese.
La strana coincidenza è che nel suo nome completo sia contenuta la parola “Pietro” e nella sua località di nascita ci sia la parola “Romano” lascia molto da pensare…
Ma, come diceva Manzoni….ai posteri l’ardua sentenza!
FONTI: varie prese dal web
Bellissimo post. Davvero inquietante la faccenda del Camarlingo. E pensare che da secoli i papi eletti avevano evitato accuratamente di assumere il nome di Pietro II.. ed ecco che il fato ha deciso diversamente.
Per quanto riguarda la questine del giorno 28 alle ore 20 non saprei… si potrebbe andare a vedere se ci sono indizi sulla bibbia che collegano questi numeri alla fine della chiesa. Per esempio: Matteo (28:20) dice “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Altro esempio: il Deuteronomio (28:20) dice: “L’Eterno manderà contro di te la maledizione, lo spavento e la minaccia in ogni cosa a cui metterai mano e che farai, finché tu sia distrutto e tu perisca rapidamente, a motivo della malvagità delle tue azioni per la quale m’avrai abbandonato.”
E la mia è stata solo una rapida ricerca.. sono sicuro che tu saprai fare di meglio
Grazie! Guarda, le cose di cui hai parlato sono esattamente le stesse che ho trovato anche io, e non so davvero farmene una ragione, nel senso che, se prese queste frasi così alla lettera, parla davvero di fine del mondo, di maledizioni, sciagure e distruzioni…il che certo non è rincuorante…però forse è una cosa molto più semplice, cioè 28 febbraio, fine del mese, il 1° marzo comincia il mese che al suo termine ha la Pasqua…però non è tanto il 28 febbraio che mi fa pensare, quanto piuttosto proprio l’orario! Forse c’è stato un riferimento alla morte di Wojtyla, che mancò alle 20:02, ma non saprei dire molto altro…ma conto di approfondire, la cosa mi sta incuriosendo parecchio! Grazie 😉
Nei tarocchi il ventesimo Arcano Maggiore richiama il Giudizio Universale e la Rinascita a nuova vita. Volendo possiamo trovare mille riferimenti occulti.
Forse più semplicemente il Papa per contratto deve dare un preavviso fino alla fine del mese e le ore 20:00 è semplicemente l’ora in cui di solito “stacca dal turno”
sì, anche questo lo ricordavo, e difatti il Giudizio è l’unica Carta che ha qualche attinenza con la religione in senso stretto, riportando i simboli dei 4 Evangelisti…però adesso ho appreso che alle 17 del 28 febbraio il Papa prenderà l’elicottero e andrà a CastelGandolfo…perchè terminare il mandato lì e non a San Pietro? Curioso anche quest’aspetto.
Il perché (se c’è un perché) credo che lo scopriremo solo nei giorni successivi al 28.
ah beh, questo senza dubbio!
Non ci resta che aspettare, in fondo in fondo non sarebbe la prima profezia ad essere smentita.
infatti, non è la prima e non sarà l’ultima, attendiamo…la vita stessa è una continua attesa, dunque…..
Bellissimo itinerario e giustificate riflessioni, il papa si è dimesso e per me è stato un atto di coraggio e di onestà estrema….anch’io sono curiosa di sapere chi sarà eletto. Le coincidenze ci sono tutte, non ci resta che attendere come dice anche gatto nero.
Un abbraccio grande
Angie
Grazie cara Angie, sono d’accordo con te, le dimisisoni del Papa sono state di grande coraggio e onestà, dire: mi dimetto perchè le forze non mi consentono di andar avanti” è stato un atto di grande responsabilità…sul quale magari i nostri politici dovrebbero meditare…e ispirarsi!
Un resoconto dettagliatamente storico sul passato e, forse, sul futuro del papato.
Come al solito le coincidenze ripetute non è detto che diano certezze, ma sicuramente alimentano riflessioni.
Non resta che aspettare, altro non possiamo fare.
Ciao.
(Aggiungi una X al Pastor et Nauta dell’ultimo elenco; si capisce di chi si tratta, ma visto che è tutto così preciso, tanto vale sistemare anche questa piccolezza).
Grazie della precisazione! Infatti questa profezia è una cosa sulla quale ho riflettuto molto, ci sono degli accostamenti indubbiamente curiosi, altri un po’ tirati per i capelli, ma se non altro sono cose che fanno riflettere!
Un abbraccio