Oggi torniamo nell’altopiano, per il primo dei due post che ho in programma di scrivere su altrettante località “da brivido” del Veneto.
A quanto pare, Asiago è davvero un posto che nasconde svariati segreti: dalla casa della ballerina fantasma (casa che adesso tra l’altro è in fase di ristrutturazione), al Giacominerloch, a un ponte davvero particolare che sarà materia di un mio prossimo post, per arrivare a questo luogo magico…questo di cui parliamo oggi.
Un luogo davvero particolare e leggendario, con un passato storico…
La Calà del Sasso, il cui nome significa appunto “Calata del Sasso”, altro non è che una monumentale scalinata in pietra che serve da collegamento tra il Comune di Valstagna (situato nel Canale di Brenta), alla frazione Sasso di Asiago nell’Altopiano dei Sette Comuni.
La scalinata conta ben 4.444 gradini (e ci sono tutti!!), che hanno contribuito a renderla la scalinata più lunga d’Italia, se non addirittura la più lunga del mondo.
In origine i gradini della Calà erano 4.422: gli altri 22 le furono aggiunti nel 1498, quando il greto del torrente Ronchi si abbassò, rendendo necessario aumentare il numero di gradini di pietra per far sì che l’uso della Calà potesse essere perpetuato.
A cosa serviva la Calà? Molto semplice: era stata costruita da Gian Galeazzo Visconti nel XIV secolo, e poi ampiamente usata da veneziani fino al secolo XVIII per far scendere i tronchi d’albero che venivano tagliati nei boschi di Sasso di Asiago e farli così raggiungere il Canale di Brenta, e quindi, attraverso il corso del lungo fiume veneto, farli arrivare all’Arsenale di Venezia dove venivano costruite le navi.
La Calà del Sasso perse tutta la sua importanza come via di collegamento fra pianura e Altopiano a partire dalla metà dell’800, quando nel 1850 fu realizzata quella che ancora oggi è la principale via carrozzabile di collegamento tra Altopiano e pianura, il “Costo”, che congiunge Asiago a Caltrano in una serie infinita di tornanti, sconsigliati a chi soffre di mal d’auto 😉 Quando poi nel 1909 si costruisce la ferrovia Piovene-Rocchette-Asiago la Calà viene definitivamente accantonata, e usata solo come sede di passeggiate turistiche.
Se si osservano i gradoni di pietra infatti, almeno quelli che sono sopravvissuti all’erosione da parte dalle acque, si vede chiaramente ai lati della struttura di pietra la canaletta che permetteva lo scivolamento del tronco fino a valle. Questa canaletta era un’importante opera di ingegneria, con tanto di giochi di altezze e curve ampie che permettevano al tronco di svoltare quando ci si trovava di fronte le strette curve e i tornanti che caratterizzano questo percorso. Però per fortuna la struttura del sentiero è ancora chiaramente visibile e, in alcuni tratti, ben mantenuta, come si può vedere dalle foto pubblicate a corredo dell’articolo che sono state scattate dall’amico Stefano Gibelli, che ringrazio sia per le foto che per le informazioni a corredo di questo post.
E qui veniamo a noi…perchè la Calà del Sasso ha un piccolo segreto di cui vi voglio parlare.
Si racconta infatti che nel 1638 vi fossero due fidanzati in procinto di sposarsi, Loretta e Nicolò, che abitavano a Sasso. Loretta, in attesa di un figlio, si ammalò di peste e il suo innamorato, ben deciso a salvare la futura sposa, partì verso Padova per procurarsi un unguento miracoloso che avrebbe dovuto salvarle la vita.
Al sopraggiungere della notte, Nicolò non è ancora tornato a Sasso: gli abitanti allora decidono di scendere con le torce lungo la Calà per andare incontro al giovane, ma giunti a metà del tragitto, ecco altre luci che salgono in senso contrario: è Nicolò che sale, scortato dagli uomini di Valstagna, recando tra le mani l’unguento miracoloso con cui Loretta si salva e può sposare il suo innamorato.
In memoria di questo, ogni seconda domenica di agosto si svolge una fiaccolata commemorativa, cui partecipano centinaia di persone, che da Valstagna e poi su per la ripida gradinata arrivano fino al Sasso di Asiago, dove si fa festa fino all’alba.
E da qui deriva la credenza popolare secondo cui se due fidanzati percorrono la Calà mano nella mano si ameranno per sempre…sembrerebbe semplice, ma molto spesso i gradoni di pietra sono sdrucciolevoli e accade sovente che le due mani si stacchino, ponendo fine (si spera non nella realtà), al rapporto d’amore tra i due che hanno tentato la salita.
Ho cercato se la Calà sia interessata da storie di fantasmi…e per una volta posso dire che no, non ci sono fantasmi qui, solo una bella leggenda per un posto…leggendario!
Aggiornamento del 7 ottobre.
La mia cara amica Daniela B. mi ha scritto su facebook facendo alcune precisazioni su questo post, precisazioni che accolgo a braccia aperte e pubblico, ringraziandola di cuore per l’aiuto!
Non erano i veneziani ad usarla, ma i boscaioli altopianesi. La Serenissima aveva infatti stipulato un accordo per mezzo del quale l’Altopiano avrebbe fornito il legname alla Repubblica di Venezia per navi, gondole ecc.. in cambio della protezione della stessa. La prova di questo è un bassorilievo del leone alato simbolo di Venezia posto su un lato della torre del Palazzo Municipale di Asiago. Il Vangelo posto sotto la zampa del Leone è aperto al contrario di quello che si trova sulla torre del Palazzo Municipale di Valstagna che invece è chiuso, questo perché il paese di Valstagna era esente dal pagare le tasse alla Serenissima, vista l’ importanza che aveva questo piccolo paese per Venezia. Agli inizi del ‘900 la Calà non venne del tutto abbandonata anzi, veniva usata dai contadini (anche da mia mamma, che è originaria proprio di Valstagna) sia per portare il bestiame in alpeggio sia per lo scambio di farina, latte, formaggi ecc. La usavano anche i contrabbandieri di tabacco anche se in misura minore, visto che preferivano i sentieri nei boschi per ovvi motivi.
Io ad Asiago ci sono stata diverse volte, ma se devo essere sincera non ho mai approfondito la storia e le leggende al riguardo, mi affascina molto la storia riguardo i due innamorati in procinto di sposarsi. Curiosità che fa sempre piacere conoscere!!
Grazie
grazie a te
Ma che bella questa storia ^_^ foto stupende, post come sempre dettagliato!!
Grazie Ellah, le foto sono di Stefano Gibelli che ringrazio di cuore per avermi concesso la pubblicazione
Bel post Ginger! Solo cambia l’ordine delle foto, mettine due a dx e due a sx, così stonano 🙂
grazie del consiglio, fatto!