Come sapete, a Cannes la Palma d’oro è stata vinta dal film Winter Sleep del regista turco Nuri Bilge Ceylan, mentre il Grand Prix della Giuria è andato al film Le meraviglie dell’italiana trentatrenne Alice Rohrwacher.
Non voglio parlare di cinema in questo blog, non credo di averlo mai fatto a parte, forse, la sola volta in cui ho parlato di un film che avevo visto e che molto mi era piaciuto, ma prendo lo spunto dal cinema per parlare di un nuovo primato di fantasmi, cioè di uno dei luoghi più infestati al mondo.
Ormai questa particolare classifica è il punto di forza del mio blog, e così oggi voglio parlarvi di un posto un po’ lontano da noi, sul quale grava una storia di fantasmi particolarmente interessante, perchè, stranamente, con più di qualche fondamento di verità.
Il Manila Film Center
Ci troviamo nelle Filippine, più precisamente in una città vicina alla capitale Manila, cittadina che si chiama Pasay City. Fino al 1981, Manila non aveva un suo archivio cinematografico, e fu così che l’allora first lady Imelda Marcos incaricò l’architetto Froilan Hong di costruire il primo archivio cinematografico della città.
Il 17 novembre 1981, mentre si lavorava alacremente alla costruzione dell’archivio, accadde l’incidente che segnò per sempre il luogo: l’impalcatura del soffitto crollò improvvisamente, travolgendo nel crollo almeno 169 operai che vi lavoravano giorno e notte per portare a termine i lavori entro i termini di consegna dell’Archivio.
Molti degli operai rimasero sepolti sotto le macerie, e per lungo tempo è girata una voce secondo la quale la first lady, per non ritardare i lavori di costruzione del Centro, avesse dato l’ordine di seppellire i corpi degli sventurati operai sotto una colata di cemento a presa rapida, che avrebbe seppellito tutti nelle fondamenta del Manila Film Center, vivi e morti… sì perchè molti operai, sebbene gravemente feriti dal crollo, erano comunque sopravvissuti, ma le operazioni si salvataggio sarebbero state troppo lunghe e dispendiose, in termini di tempo e soldi. Così una colata di cemento seppellì tutto, proteste comprese.
Da allora, nel Manila Film Center iniziarono a circolare voci e leggende, che parlavano di volti deformati affioranti dal pavimento dei sotterranei, di puzze insopportabili derivanti dai cadaveri in decomposizione, di voci e lamenti, e soprattutto, di sagome evanescenti che uscivano dai sotterranei e ghermivano tutti gli sventurati che si trovavano a passare di lì.
In realtà, sebbene quell’incidente avvenne realmente, i corpi degli operai morti (non 169, ma appena una dozzina) vennero recuperati tutti e fu loro assicurata una degna sepoltura. Nessun cadavere giace nelle fondamenta del Manila Film Center, dunque!
Tuttavia molti dei visitatori che si sono recati, in più di un’occasione al Manila Film Center hanno riferito di aver visto gli spiriti degli operai defunti aggirarsi per i corridoi dell’edificio, di aver assistito a fenomeni di poltergeist e di aver avuto la netta sensazione di essere attraversati da correnti d’aria gelida transitando nella parte più bassa dell’edificio, nel punto in cui, stando alle cronache, sarebbe avvenuto l’incidente.
Nel 1990 un terremoto danneggiò gravemente l’edificio, e vi fu subito chi vide in questo evento un “segno” secondo cui si sarebbe dovuto abbandonare il Manila Film Center per rispetto alle vittime perite nell’incidente durante la sua stessa costruzione. Così fino al 2001 il gigantesco complesso tutto a colonne venne abbandonato al suo destino, per essere poi riutilizzato, in modo assai saltuario, per manifestazioni di carattere generale.
Molti però sono quelli che giurano che i 169 fantasmi degli operai esistano veramente, e che il regime filippino abbia fatto di tutto per insabbiare il fatto, per evitare indagini e sommosse popolari, ma anche in questo frangente, è d’obbligo la postilla “si dice che….”.
Ecco dunque la storia di questo luogo, senza alcun fantasma, ma con il solo ricordo di un evento tragico.
Screenshots from Imelda: Power, Myth and Illusion by Ramona S. Diaz
In questo video le immagini d’epoca dell’incidente.
Il regista italiano Ruggero Deodato raccontò di essere stato contattato da Imelda Marcos per lavorare in questo centro, ed effettivamente per un paio di settimane si recò a lavorare nelle Filippine. Dopopoco però capì che i generali filippini che attorniavano al moglie del dittatore non comprendevano niente su come fare un film e con una scusa…si allontanò da Manila per non tornarci mai più.
Forse per lui è stato meglio così.
curioso!
Ahaha, ma come cavolo fa la gente a credere che abbiano davvero sepolto le persone col cemento a presa rapida…!!
Qui il confine tra finzione e leggenda metropolitana è labile^^
Moz-
eh ma c’è gente che ne è ancora convinta!