Tra le tragedie dell’aria più famose, cioè i disastri aerei che contano più vittime, wikipedia riporta una lista davvero poco allegra.
Il maggior numero di vittime si ebbe con il volo precipitato a Tenerife il 27 marzo 1977, quando morirono 583 persone.
In questa lista, però, c’è un volo sul quale mi voglio soffermare oggi, perchè nonostante non sia stato tra i peggiori per numero di vittime (“solo” 301), tuttavia ciò che è avvenuto è ancora avvolto nel mistero più assoluto.
Il 19 agosto 1980 il volo Saudia 163 HZ-AHK, partito dall’Aeroporto Internazionale di Riyad-Re Khalid in Arabia Saudita, è appena atterrato all’Aeroporto Internazionale Jinnah, in Pakistan, ed è diretto all’Aeroporto Internazionale di Gedda-Re Abd al-Aziz, in Arabia Saudita. Un volo che l’aereo aveva compiuto già diverse volte, senza che mai si riscontrassero problemi di sorta.
L’aereo, un Lockheed L-1011-200 TriStar, trasporta 287 passeggeri, per la maggior parte pellegrini pakistani, 14 membri dell’equipaggio, e due piloti: il capitano Mohammed Ali Khowyter (38 anni) e il suo copilota Abdullah M. Hasanain (26 anni).
L’aereo ha volato senza nessun problema fino a Riyad. Alle 18:08 ora locale l’aereo inizia le manovre per il decollo, ma appena 7 minuti dopo il decollo, i sensori registrano la presenza di fumo a bordo, più precisamente all’altezza del vano di carico C3 a poppa. L’ingegnere di volo, Bradley Curtis, conferma l’allarme, ed è allora che il capitano decide di invertire la rotta e tornare indietro. Purtroppo, però, mentre sono in corso le manovre per l’avvicinamento a Riyhad, la manetta del motore numero 2 si blocca improvvisamente, in quanto il fuoco ha danneggiato i cavi di connessione, e allora il propulsore viene spento per evitare ulteriori problemi.
In questo momento, i passeggeri iniziano a notare il fumo che penetra all’interno della fusoliera, e quelli seduti vicino alla stiva fuggono verso la prua, suscitando terrore e grande confusione sia in cabina di pilotaggio che nell’aereo stesso. Invano le hostess cercano di mantenere la calma a bordo del Saudia 163. I piloti lanciano l’SOS alla torre di controllo, e questa dà finalmente il via libera all’atterraggio. Finalmente il velivolo tocca terra, e tutti possono tirare un sospiro di sollievo…ma, come nel film Final Destination,
Nessun incidente. Nessuna coincidenza. Nessun via di fuga. Non si può ingannare la Morte
E infatti la morte è ancora a bordo del volo Saudia 163. Non si sa per quale ragione, ma il capitano decide che il problema possa essere tranquillamente gestito a bordo del velivolo, senza ricorrere all’aiuto del personale di terra, addestrato a risolvere questo tipo di emergenze… così continua a tenere in moto l’aereo, facendolo rullare sulla pista, per 2 minuti e 40 secondi netti, non rispettando gli ordini della torre di controllo che aveva ordinato lo spegnimento dei motori e l’evacuazione del velivolo. Così passano altri 3 minuti e 15 secondi, e poi, finalmente, i propulsori vengono spenti.
A questo punto è possibile procedere all’evacuazione: i vigili del fuoco hanno già disseminato la pista di schiuma ignifuga, hanno preparato gli scivoli di salvataggio per permettere agli occupanti del volo Saudia 163 di uscire dall’aereo, le autoambulanze sono pronte per soccorrere eventuali feriti, tutto è pronto. Si attende solo che il pilota del Saudia 163 apra i portelloni per far scendere i passeggeri.
Ma i portelloni non si aprono.
Passano i minuti, e non succede nulla. Tutti attendono…poi qualcuno si avvicina all’aereo e, da uno dei finestrini, dà un’occhiata all’interno del velivolo.
Fiamme. Fuoco. L’aereo sta bruciando.
Sono passati 23 interminabili minuti dal momento dell’atterraggio a quando finalmente si riescono ad aprire, scardinandole, le porte dell’aereo. E quando il personale entra nel Saudia 163, uno spettacolo a dir poco agghiacciante colpisce i soccorritori. Stipate contro la parte anteriore dell’aereo ci sono tutti i 301 passeggeri, gettati l’uno contro l’altro, morti asfissiati o per la calca, calpestati dagli altri nel tentativo di mettersi in salvo.
I vigili del fuoco fanno appena in tempo a uscire dalla carlinga: il fuoco divampa e in meno di tre minuti divora tutto ciò che è rimasto.
Venne ovviamente avviata un’inchiesta per stabilire le cause del rogo e il motivo per cui l’aereo non sia stato evacuato per tempo, ma non si arrivò mai a un colpevole o a una chiara spiegazione di come andarono i fatti.
I rappresentanti della compagnia aerea Saudia dichiararono che gli assistenti di volo non riuscirono ad azionare in tempo le porte d’emergenza, perchè il fuoco le aveva danneggiate. Ma non si spiega come mai, nei pressi della cabina di pilotaggio, siano state trovate due bombole di gas butano e un estintore, vuoto.
Tante domande, tanti dubbi, tanti “si poteva fare e non s’è fatto”… quel che è certo, però, è che 301 persone sono morte, quel giorno, senza un perchè, senza che nessuno abbia mai pagato per quello che è accaduto.
Volo Saudia 163: il volo dei troppi misteri, che la morte ha portato via con sè.
fonte: https://www.youtube.com/watch?v=ruJWa3YVbCE
Agghiacciante! Una serie di circostanze sfortunate ed una fine orrenda per quei poveri passeggeri. Una storia che non trova davvero spiegazione.