Oggi torniamo a parlare di navi fantasma. C’è, nella storia della Marina, una delle navi più interessanti di tutti i tempi, la cui storia è per di più abbastanza recente. Questo mercantile ha una storia molto misteriosa, che la colloca a buon diritto tra le navi fantasma più famose al mondo.
Nel 1872, il mercantile britannico-americano Mary Celeste fu trovato senza equipaggio nell’Oceano Atlantico. Tutti gli indizi dimostrano che era stato abbandonato dal suo equipaggio in fretta e furia: le scorte di cibo e acqua, insieme agli oggetti personali (anche preziosi) di passeggeri ed equipaggio, erano stati tutti lasciati a bordo.
Verso l’una del pomeriggio del 4 dicembre 1872 i timonieri della nave mercantile canadese Dei Gratia, in navigazione attraverso l’Oceano Atlantico e a una distanza di circa 1000 km a ovest del Portogallo, avevano avvistato una nave in lontananza. Il timoniere si accorge subito che qualcosa non va, nella nave che avanza: molte delle vele avevano squarci e non sembrava esserci nessuno al timone. La nave inoltre beccheggiava senza controllo, lasciandosi cullare dal vento e dalle onde, sicuramente alla deriva.
Il Dei Gratia rimase in osservazione della strana nave, tenendosi a una distanza di circa 400 metri, attendendo che qualcuno si presentasse sul ponte, ma non ci fu nessun movimento. Un cavo penzolava nella parte posteriore della nave. Poi il capitano della Dei Gratia, David Morehouse, si rese conto che conosceva la nave: si trattava della Mary Celeste, comandata dal suo amico Benjamin Briggs.
Entrambe le navi avevano lasciato New York il mese prima, e secondo i calcoli e il piano di navigazione, la Mary Celeste avrebbe dovuto già essere giunta alla sua destinazione da almeno un paio di giorni. Cosa ci faceva allora ancora in pieno Oceano?
La cosa più strana è che la Mary Celeste non aveva esposto alcun segnale di soccorso e nessuna bandiera per segnalare un guasto o un pericolo… Morehouse ha mandato il suo primo ufficiale di coperta verso il Mary Celeste che ha riportato in fretta che non riusciva a trovare nessuno a bordo, che mancava l’unica scialuppa di salvataggio, che nella stiva c’era almeno un metro d’acqua, ma non abbastanza da farla affondare, e che, stranamente, in sala mensa tutti i piatti erano ancora sul tavolo, con le pietanze ancora intatte.
Sconcertante è stato il fatto che i beni personali di passeggeri e membri dell’equipaggio erano ancora a bordo, compreso il libro di bordo, che come ultima annotazione riportava il fatto che la nave, alle ore 05:00 del 25 novembre, era giunta in vista di Santa Maria delle Azzorre. Poi, il silenzio.
Mary Celeste, nave fantasma alla deriva
La cosa più particolare di questa nave è che, quando l’equipaggio della Dei Gratia salì a bordo, tutti i viveri, acqua potabile e soprattutto i 1701 barili di alcol che la nave trasportava, erano tutti ancora al loro posto. L’alcool industriale era stato caricato nella nave il 5 novembre 1872, sotto il comando del capitano Benjamin Briggs, per conto della Meissner Ackermann & Coin. Era davvero quasi impossibile stabilire cosa fosse accaduto a bordo della Mary Celeste.
Da un esame più approfondito, però, ci si accorse che in realtà alla nave mancavano alcune cose: delle cinque pompe della nave solo una era funzionante, mentre le altre erano state smontate e molti pezzi portati via.
Nella sala comando, poi, fu trovata la bussola tutta rotta, mentre sestante e cronometro marino non erano più al loro posto, come erano stati portati via i documenti personali del capitano. Appena la nave giunse a Gibilterra, il procuratore generale Frederick Solly Flood decise di indagare con più accuratezza sulla scomparsa dell’equipaggio. Si scoprì infatti che dei 1701 barili di alcol, 9 erano vuoti. Inizialmente l’uomo ipotizzò che l’equipaggio si fosse ubriacato, e avesse poi ucciso gli ufficiali, il capitano Briggs, sua moglie Sarah e la loro figlioletta di appena due anni, Sophia Matilda. Tuttavia, l’alcol presente a bordo non avrebbe potuto procurare una sbornia, perchè, appunto, industriale.
Il procuratore pensò allora che Briggs e Morehouse si fossero accordati per portare a termine una truffa ai danni delle assicurazioni e intascare il premio milionario con cui la nave e il suo carico erano stati assicurati, ma dal momento che Briggs era comproprietario del brigantino, come risarcimento gli sarebbe spettata una cifra irrisoria. Il procuratore Flood, tuttavia, in cerca di porre fine alla questione, accusò Morehouse e il suo equipaggio di avere ucciso gli occupanti della Mary Celeste per riscuotere la ricompensa, ma in totale mancanza di prove l’inchiesta venne presto archiviata. La Mary Celeste venne riconsegnata al proprietario, James Winchester, che la mise subito in vendita, pensando alla Mary celeste come a una nave maledetta…
La maledizione della Mary Celeste
Il suo primo capitano, Robert McLellan, figlio di uno dei proprietari, si ammalò di polmonite appena nove giorni dopo aver assunto il comando della nave, e morì all’inizio del primo viaggio della Mary Celeste. Dopo di lui, altri tre capitani morirono a bordo del veliero. Il capitano John Nutting Parker era distratto, evidentemente, mentre era al timone della nave, e la mandò a sbattere contro…una barca da pesca. Con un bel buco sullo scafo, la nave venne portata al cantiere per le riparazioni, e un incendio scoppiò nel bel mezzo della nave, carbonizzando tre operai che vi lavoravano. E non andò bene neanche nei viaggi transoceanici: attraversando l’Atlantico, infatti, la Mary Celeste si scontrò con un’altra nave nella Manica, e di nuovo si parò della Mary Celeste come una nave maledetta, che sarebbe stato bene distruggere…
Nei successivi undici anni di vita la nave cambiò altri 17 proprietari (un numero a caso?) ma, ben conoscendo la fama della Mary Celeste, i marinai si rifiutavano di imbarcarsi, perché ormai tutti avevano individuato nella Mary Celeste una vera nave maledetta. E così si arriva all’ultimo proprietario della Mary celeste: il capitano Gilman C. Parker, nel tentativo, almeno, di guadagnare un po’ di soldini dall’assicurazione, il 3 gennaio 1885 fece naufragare la nave, incendiandola e quindi mandandola a sbattere contro la scogliera Rochelais, al largo della costa di Port-au-Prince, Haiti e a sud dell’isola de la Gonâve.
Tuttavia il tentativo di Parker non andò a buon fine, poichè le compagnie assicurative si accorsero della truffa, e portarono Parker e i suoi soci in tribunale. I tre furono accusati di frode, ritenuti colpevoli ma incomprensibilmente vennero completamente scagionati. Ma dove non potè la giustizia umana potè quella divina: il capitano Parker morì tre mesi dopo, uno dei suoi soci finì in manicomio e l’altro si suicidò.
E la Mary Celeste? La nave rimase abbandonata sulla scogliera dove era andata a incagliarsi, e miseramente affondò.
Che fine aveva fatto l’equipaggio della Mary Celeste? Come avevamo detto, la scialuppa di salvataggio non era più presente sulla nave, per cui si pensò che l’equipaggio si fosse messo in salvo o avesse abbandonato la nave a causa di qualche problema. Ma di quale problema si trattasse, nessuno lo sa. Nel 1873 furono segnalate due scialuppe di salvataggio alla deriva, al largo della costa atlantica della Spagna. Una delle scialuppe aveva al suo interno cinque corpi, ma questi non sono mai stati identificati.
La sorte della Mary Celeste
Cosa successe alla Mary Celeste? Non lo sa nessuno, questa è la verità.
- Ipotesi pirati. Scartata. Il carico della nave, le 1701 botti di alcool erano ancora a bordo quando la nave venne ritrovata. Chi le avrebbe lasciate lì, se avesse davvero avuto l’intenzione di rubare l’alcool?
- Ipotesi sommossa a bordo. L’equipaggio avrebbe potuto assassinare il capitano e i suoi congiunti, e poi allontanarsi dalla nave.
- Ipotesi naturale. Una tromba marina avrebbe potuto investire la nave e danneggiarla, e riempirla di acqua (un metro d’acqua fu trovato nella stiva), disperdendo l’equipaggio. Possibile.
- Ipotesi naturale. Un maremoto che avrebbe potuto investire la nave e danneggiarla. Probabile.
- Ipotesi fantastiche. Mostri marini, piovre giganti, alieni. Si commentano da sole, presumo.
Ultima ipotesi. Una reazione chimica causata dall’alcool trasportato. Partiamo dal dato di fatto che nove dei 1701 barili di alcool nella stiva erano vuoti. Tutti i barili erano di quercia bianca, meno i nove trovati vuoti. La quercia rossa ha un legno più poroso ed è quindi più facile che i vapori dell’alcool fuoriescano. Lo storico Conrad Byers ha ipotizzato che il capitano Briggs, sceso nella stiva per controllare il carico, possa essere stato investito da un’ondata di vapori prodotti dall’alcool, e credendo che la nave fosse sul punto di esplodere, abbia ordinato all’equipaggio di calare la scialuppa di salvataggio e di salire a bordo della stessa, attendendo che i vapori dell’alcool uscissero dalla stiva. Poi, ma sono solo ipotesi, un movimento brusco della nave (un’ondata?) avrebbe portato la scialuppa a battere contro la fiancata della nave, la cima si sarebbe rotta e la scialuppa sarebbe precipitata in mare col suo carico di vite. Questo potrebbe spiegare la cima penzolante che venne avvistata dagli uomini del Dei Gratia.
Ma, appunto, queste sono solo ipotesi, di certezze non ce ne sono. Quel che accadde alla Mary Celeste resta ancora un mistero, e ancor oggi la Mary Celeste è considerata come la nave fantasma più famosa al mondo.
Davvero difficile riuscire a ipotizzare una qualche spiegazione credibile senza tirare idee campate per aria.
infatti….e tuttora il mistero rimane…
Uno dei casi più inspiegabili di “Mistero” marino.
già!