Il caso di Benjaman Kyle
La cosa peggiore che possa capitare a una persona è perdere la propria identità. Questo è quanto avvenne a BK, uno dei casi più famosi di perdita di identità (e di memoria).
Tutto inizia il 31 agosto 2004, verso le 5:30 del mattino, quando il responsabile del fastfood Burger King di Richmond Hill, uscito per gettare la spazzatura, si trova di fronte, nascosto tra i cassonetti, un uomo completamente nudo, in stato confusionale.
Per quanto lo si interroghi, l’uomo non sembra dare risposte convincenti: non sa chi è, non sa dove si trova, non sa nullla di nulla. Viene quindi portato in ospedale per i controlli del caso, e la diagnosi dei medici è semplice ma drammatica nello stesso tempo: l’uomo è stato picchiato, è pieno di morsi e punture d’insetto su tutto il corpo, ma non sa dire come si li è procurati. Soffre infatti di amnesia retrograda. I suoi unici ricordi erano dei recenti avvenimenti e vaghi ricordi di eventi avvenuti più di 20 anni prima, ma nulla più.
L’uomo senza nome, come viene chiamato, deve però essere in qualche modo identificato: soprannominato BK perché trovato vicino al Burger King, decide di darsi un nome provvisorio sfruttando quelle iniziali, e così per tutti sarà Benjaman Kyle, codice 1007UMGA del registro delle persone scomparse negli USA.
Benjaman ha cercato di recuperare qualche dettaglio del proprio passato, senza alcun esito. Pensa di essere nato il 29 agosto 1948, ha qualche vago ricordo di alcune cittadine americane in cui è passato, fra cui Denver e Indianapolis, ricorda degli episodi legati a fiere di paese e anche il volto di alcuni suoi familiari, ma non conosce ancora il suo nome.
Poi, durante un’intervista televisiva che benjaman ha rilasciato nel corso dello show americano Dr. Phil, con lo psicologo Phil McGraw, la nebbia della sua mente finalmente si dirada, e grazie a una seduta ipnotica riesce anche a ricordare qualche numero della sua tessera di previdenza sociale, 3*5-44-****, che corrisponde agli stati di Wisconsin, Michigan, Illinois e Indiana degli anni ’60. Però, per quanto si facciano delle verifiche nei database dell’FBI, non c’è ancora nessuna risposta sulla sua identità: le impronte digitali non corrispondono a nessuna persona schedata, il suo DNA non trova riscontri, e nemmeno il riconoscimento facciale non ha avuto esiti positivi. Benjaman è ancora l’uomo senza identità.
Fino a quando, attraverso la sua pagina facebook, Benjaman ha finalmente dichiarato che la sua identità è stata trovata.
“La mia identità È STATO TROVATO! Inizia adesso l’undicesimo anno da quando tutto questo è cominciato e non ho mai pensato che questo giorno sarebbe arrivato. Un po’ più di due mesi fa sono stato informato da CeCe Moore (genealogista) che che (sic) hanno istituito la mia identità usando il DNA. Molte persone hanno condiviso iloro profili di DNA in modo che possano essere confrontati con il mio. Attraverso un processo di eliminazione hanno determinato la mia linea di sangue ancestrale e stabilito chi fossero i miei parenti. Un test del DNA preso da un parente stretto ha confermato che siamo parenti. Sono stato in contatto con loro e ho intenzione di visitare loro la prossima settimana. Farò presto una scheda di previdenza sociale e una nuova carta d’identità della Florida. Sto riservando il mio nuovo nome, per ora, fino a quando non avrò incontrato i miei nuovi parenti. Voglio ringraziare tutti i miei amici che mi hanno sostenuto in questi anni con un grande ringraziamento alle persone che mi hanno aiutato con questo pasticcio. Se ho lasciato fuori nessuno, ti prego perdonami. Tutti sanno che la mia memoria è difettosa”.
E poi segue un elenco di ringraziamenti.
Ma che sia vero? davvero benjaman ha ritrovato la sua identità? Oppure rimane, ancora, un uomo senza identità?
Beh, se è così, buon per lui, ma mi sembra una storia un po’ improbabile.
A proposito: a breve dovrei mandarti il tuo guest-post. Dove te lo posso inviare?
eccomi! alla mia mail pensierospensierato@gmail.com grazie 🙂
Ok, grazie! Per la prossima settimana ti invio tutto quanto! 🙂
grazie!!
Gli auguro davvero di averla trovata la sua identità, anche se non credo che la risposta definitiva sia arrivata ancora per lui.
infatti….poverino però…