Ci risiamo. Oggi è di nuovo il 12 aprile… e, come certamente tutti voi saprete (lo sapete, vero??) è il compleanno del blog! 6 anni or sono, infatti, nasceva Pensierospensierato…ed è davvero incredibile come dopo 6 anni siamo ancora qua, con tante storie raccontate e tanta acqua passata sotto i ponti… tra poco toccheremo quota 666 post (sì, sono un po’ pochini in sei anni di blogging, ma a noi piace fare le cose bene e con calma….).
Oggi, per festeggiare degnamente codesto traguardo, pubblico il graditissimo guest post che Marco Lazzara ha scritto per me…
enjoy!
Arcani Tour #9 – La Morte (Guest-Post di Marco Lazzara)
L’Arcani Tour è un giro promozionale del mio secondo libro, Arcani, per i blog che decidono di ospitare l’iniziativa. Il blogger che partecipa deve scegliere una carta dei Tarocchi, ognuna delle quali nel mio libro è rappresentata da un racconto, e riceve in cambio da me un guest-post correlato. Donata Ginevra (che ringrazio dell’adesione) ha scelto la carta de La Morte.
La Carta: “La Morte, conosciuta anche come L’Arcano Senza Nome, rappresenta la fragilità della vita, la quale può terminare da un momento all’altro; indica perciò che sta per arrivare la fine di qualcosa, un cambiamento, positivo o negativo che sia, un rinnovamento, che lo si voglia o meno.”
Il racconto nel mio libro: Si tratta di Amaro Ritorno al Presente, dove il protagonista, per sfuggire alla morte, compie un disperato viaggio indietro nel tempo…
Il Fu Ambrogio Casati
Tratto dal Corriere della Sera del 27 marzo 1920:
L’OMAGGIO DI UN VIVO ALLA PROPRIA TOMBA
“Un singolare caso di bigamia, dovuto all’affermata ma non sussistente morte di un marito, si è rivelato in questi giorni. Risaliamo brevemente all’antefatto. Nel reparto Calvairate il 26 dicembre 1916 alcuni contadini pescavano dalle acque del canale delle «Cinque chiuse» il cadavere di un uomo vestito di maglia e pantaloni color marrone. Del rinvenimento fu dato avviso ai carabinieri che iniziarono le investigazioni. Poco dopo il cadavere veniva identificato da tale Maria Tedeschi, ancor piacente donna sulla quarantina, e da certi Luigi Longoni e Luigi Majoli, per quello dell’elettricista Ambrogio Casati di Luigi, nato nel 1869, marito della Tedeschi. In realtà l’annegato somigliava molto al Casati. Quella testimonianza, a quanto è ora risultato, sarebbe stata alquanto interessata, specie per il Majoli e la Tedeschi. Il vero Casati era vivo!”
Immagino che la maggior parte di voi abbia trovato che la vicenda raccontata nell’introduzione a questo articolo di un secolo fa abbia una straordinaria somiglianza con il romanzo di Luigi Pirandello Il Fu Mattia Pascal. L’autore siciliano non si è però ispirato a questo caso di cronaca per scrivere il suo libro, che è infatti precedente (1904); piuttosto è uno di quei rari casi in cui sono le vicende reali ad assomigliare a quelle scritte su carta. Ma esaminiamo questa strana storia più nel dettaglio.
Ambrogio Casati, di mestiere elettricista, viveva da tempo diviso dalla moglie Maria, sebbene non legalmente (il divorzio verrà introdotto nell’ordinamento giuridico italiano solo nel 1970). Il 21 febbraio 1915 viene condannato per reati contro la proprietà e rinchiuso in carcere. Nel frattempo Maria sta frequentando un altro uomo, tale Luigi Majoli. I due sono però nell’impossibilità di convolare a nozze, dato che Maria è già sposata, fino a quando non avviene un inaspettato colpo di fortuna: dei pescatori scoprono infatti il cadavere di un uomo morto annegato e subito i due amanti ne approfittano, complice una certa somiglianza col Casati, per riconoscerlo come il marito di Maria. Sette mesi dopo i due si sposano, senza incontrare alcun impedimento burocratico.
Casati finisce di scontare la pena l’8 marzo 1917 ed esce di prigione. Ma sarà solo nel 1920, quando si reca all’anagrafe per redigere un documento, che apprende di essere ritenuto morto da ben quattro anni e che intanto sua moglie si è risposata ed è fuggita col nuovo marito.
L’equivoca vicenda assume un che di grottesco quando ci si mette di mezzo anche la cieca burocrazia. L’impiegato allo sportello dell’anagrafe osserva infatti inesorabile: “Ma voi siete morto! Il vostro domicilio legale è al cimitero di Musocco, campo comune 44, fossa n° 550…”
Ogni protesta del Casati sulla sua condizione di vivo e di voler pertanto essere dichiarato tale si rivela inutile. A questo punto l’uomo decide di far valere i propri diritti… almeno in termini di resurrezione, dimodoché venga annullato il secondo matrimonio della non più vedova Casati.
Il giornalista che ha riportato questa strana vicenda conclude dicendo che alla fin fine il Casati sembra averci messo una pietra sopra; anzi, di buon’umore e desideroso di nuove emozioni, ha persino fatto una capatina al cimitero, dove, in segno di omaggio alla propria memoria, ha deposto un mazzo di fiori e acceso un lumino votivo sulla propria tomba.
Per seguire gli altri post dell’iniziativa, vedi: http://tinyurl.com/hap3fs3
Link al mio libro: http://tinyurl.com/zwtwq9j
Ah, dimenticavo: oggi è anche il mio compleanno!
Forse, se ci fosse stato più scambio di informazioni tra i vari uffici, gli avrebbero dato anche il permesso premio per partecipare al suo funerale ^_^
La burocrazia riesce sempre a stupirmi…
vero
Augurissimi!
grazie grazie
Pazzesco! Se pensi che la burocrazia che negava l’evidenza di un uomo vivo era la stessa burocrazia che accettava un riconoscimento di morte di un tizio che era invece ospite nelle patrie galere.
Buon compleblog, Milady Ghost!
La burocrazia sembra in grado di negare la stessa realtà.
“Voi siete morto, il vostro posto è al cimitero”. Io mi chiedo quell’addetto all’anagrafe cos’abbia pensato. Forse che Casati era un fantasma? Come se niente fosse: “voi siete morto, dovete tornare alla vostra tomba!”
P.S. = Chiedo scusa per il notevole ritardo della mia risposta, ma ho avuto una settimana piuttosto intensa.
grazie mille!!!
Al leggere la prima frase dell’ articolo, non so perchè ma mi è venuta in mente una scena di un film di “Amici miei”, dove però un gruppo di amici recatisi al cimitero si prendeva gioco di un vedovo.
Andando avanti il caso mi ha lasciata di stucco! Che evento strano.
Tanti auguri Donata 😀
C’era un critico che diceva di Pirandello che creava trame fittizie, impossibili che si verificassero nella vita reale…
P.S. = Chiedo scusa per il ritardo nella mia risposta, ma è stata una settimana davvero intensa.
Chi lo sa come è finita quella vicenda…
Nel frattempo tanti auguri a te cara Ginevra!
Chissà! L’articolo si concludeva con l’immagine di casati in visita alla propria tomba…