Il mistero del teschio di Venezia
Ricordate il mio post dedicato al mistero del teschio urlante? Lì avevo parlato di alcuni teschi che si trovano in Inghilterra, oggi però vi voglio presentare la storia di un teschio urlante tutto italiano, che si trova a Venezia.
Presso le fondamenta Gerardini, infatti, nel Settecento esisteva una casa, abitata da un nobile mercante, Grimano Grimani, che per lunghi anni aveva vissuto in Morea, luogo da cui aveva fatto ritorno, ricchissimo, e accompagnato da un servitore nativo di quei luoghi. Poco dopo il suo arrivo a Venezia, il servo però, che non era abituato al clima della Serenissima, si ammalò gravemente, e sul punto di morte strappò al padrone la promessa di essere sepolto in Morea.
Il nobile, però, non mantenne fede alla promessa, e fece seppellire l’uomo nel piccolo cimmitero situato davanti alla chiesa dei Carmini. E subito iniziarono a sentirsi strani rumori, urla agghiaccianti provenire dal cimitero, e più precisamente, proprio dalla tomba del servitore.
Subito si scavò la fossa e fu riesumato il cranio del servo di casa Grimani, e le urla terribili subuto cessarono. Il cranio venne portato in casa Grimani, posizionato in bella mostra su un tavolino, e lì rimase, senza che nessuno avesse il coraggio di spostarlo da quel luogo. Solo un temerario nipote del mercante Grimano tentò di portar fuori il teschio dalla sua casa, ma le urla dall’oltretomba ripresero, se possibile ancora più assordanti di prima, e si dovette desistere. Il teschio venne quindi riportato in casa e da allora se ne sono perse le tracce.
C’è chi dice che sia stato preso e portato via, in fretta e in fuoria, e sepolto da qualche parte, a Venezia, dove nessuno possa sentirne più le urla; c’è anche chi dice che sia stato portato in Morea, e c’è, infine, chi sostiene che sia stato murato all’interno di casa Grimani, per evitare che qualcuno potesse sottrarlo nuovamente.
Ovunque si trovi adesso il teschio, comunque, le urla non si sentono più.
Il castigo del teschio
Ben altra storia, invece, è quella che ci porta nei pressi della Basilica di Santa Maria della Salute, teatro, come abbiamo già narrato, di un inquietante episodio di poltergeist. Qui vicino si trova infatti la chiesa di San Gregorio, splendido esempio di architettura gotica della città lagunare. Questa chiesa aveva, come sempre, un piccolo cimitero situato davanti, ora non più esistente. Si racconta che una notte due fidanzati stavano passeggiando nel sestriere di Dorsoduro (dove si trovano le chiese oggetto della nostra storia), e, passando davanti al camposanto, il giovanotto tirò un calcio a un teschio che si trovava posato là, e il teschio cadde nel canale che correva lì vicino. La ragazza rise di gusto al gesto sacrilego del compagno, e i due tornarono a casa, come se niente fosse.
Di lì a un paio di mesi i due giovani si sposarono, e andarono a vivere a poca distanza dalla chiesa di San Gregorio e dal suo cimitero. La prima notte di nozze, il giovane sentì battere alla porta. Sceso a vedere di chi si trattasse, si trovò davanti una bellissima ragazza. Le domandò chi fosse e che cosa volesse, e la bella sconosciuta rispose: sono quella a cui hai dato un calcio, due mesi fa, e mi hai fatto cadere nel canale!
Il giovane derise ancora una volta la ragazza e corse al piano di sopra dalla moglie, ma entrando in camera da letto si trovò davanti uno spettacolo orrendo: il viso della donna appariva gonfio e tumefatto, come se fosse stato preso a calci, e i denti della giovane giacevano sparsi sul letto.
Fonte: Alberto Toso Fei, Leggende veneziane e storie di fantasmi, Elzeviro.
Due bellissime storie! Non conoscevo nessuna delle due!