Teller House è il nome di un hotel costruito a Central City, in Colorado, nel 1871-72 da due fratelli, Henry e Willard Teller, e ben presto divenne uno dei migliori hotel situati a ovest del fiume Mississippi.
A quel tempo, Central City era un luogo molto frequentato per le numerose miniere d’oro che si trovavano nei paraggi, e quindi l’hotel in breve tempo fece una immensa fortuna, ospitando cercatori d’oro ma anche personaggi famosi che transitavano di là, attirati dalla vita dorata che si respirava in quei luoghi.
A questo proposito, si racconta un curioso aneddoto. Nel 1873, il presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant si recò a Central City per far visita al suo amico Henry Teller, e vedere il suo nuovo hotel. Per impressionare il Presidente, i proprietari delle miniere posarono alcuni mattoni d’argento solido per realizzare un percorso che conducesse direttamente all’ingresso della Teller House. Lo scopo di questo gesto era di far in modo che il presidente Grant non si sporcasse gli stivali scendendo dalla sua carrozza.
Il dipinto di Teller House
Tuttavia, la Teller House è conosciuta più che altro per un dipinto. Non è un dipinto stregato, ma è ugualmente molto misterioso. In quello che un tempo era il bar di Teller House si trova infatti il dipinto di una giovane donna: la leggenda vuole che attorno al 1934 (o 1936?) il Central City Opera Association commissionasse all’artista locale Herndon Davis una serie di dipinti e bozzetti.
Davis dipinse diverse opere, ma il direttore del progetto, Ann Evans, non fu affatto contenta del risultato ottenuto, e minacciò di licenziare l’artista se non si fosse attenuto alle richieste di chi gli aveva commissionato il lavoro. Sulle prime Davis fu tentato di non procedere con il lavoro, poi decise che avrebbe accettato la sfida, realizzando qualcosa che l’avrebbe ricordato a lungo.
Così, con l’aiuto di un cameriere della Teller House, dipinse in una sola notte un’opera che l’avrebbe fatto ricordare a lungo: un volto di donna, che alcuni hanno identificato con Edna Juanita (Cotter) Davis, sua moglie. E lo dipinse sul pavimento. Cosa abbia spinto l’eccentrico artista a realizzare questo quadro in questa posizione non è noto… così come non è noto se la donna ritratta sia effettivamente la moglie di Davis, anche perchè l’artista non firmò la tua opera e non svelò mai chi fosse davvero la donna ritratta.
Molti identificano il volto di quella donna raffigurata da Davis con la protagonista di una poesia del 1877 intitolata “Il volto sulla Barroom Floor” di Hugh Antoine D’Arcy, in cui si parla di una donna simile in tutto e per tutto a quella descritta… tuttavia non si sa se il dipinto sia stato fonte d’ispirazione per la poesia o se la poesia abbia ispirato il dipinto… fatto sta che “Il volto sul pavimento del bar” è ancora al Teller House, ben conservato dopo tutti questi anni.
E c’è una seconda teoria, più “romanzata” e sentimentale, secondo cui un minatore sedeva al bar di Teller House, sconvolto per la morte di sua moglie. Volle affogare il dolore nell’alcool, e bevve fino a ubriacarsi. Finì poi in uno stato di torpore e cadde disteso sul pavimento, dove iniziò a dipingere una foto di lei, sussurrando alla pittura come se stesse avendo una conversazione con la moglie. Lavorò tutta la notte per terminare il dipinto la mattina presto. Dopo aver finito, si accasciò sul dipinto e non si svegliò più.
Teller House esiste ancora: fu sede di un casinò, ma ora è occupata da un paio di ristoranti… e il dipinto sul pavimento è ancora lì.
Fantastica storia! Mi viene voglia di fare un giro in quell’albergo.
a me piacerebbe visitare quello di Shining *__*