Dopo aver parlato della maledizione di Tamerlano e di quella di Tecumseh, oggi parliamo della maledizione delle maledizioni, del sancta sanctorum del male. Una maledizione così potente che ancor oggi se ne parla con estremo timore. La maledizione di Tutankamon.
L’antefatto: Theodore Davis, eccentrico avvocato americano con la passione per l’archeologia e l’antico Egitto, iniziò a scavare nella Valle dei Re, luogo mitico che conteneva le sepolture di numerosissimi faraoni, a partire dal 1902. Portò alla luce parecchie tombe, ma era più attratto dalla ricerca di tesori che non dello studio archeologico.
Nel 1903 era giunto in Egitto un nobile inglese, George Edward Stanhope Molyneux Herbert, quinto conte di Carnarvon che, dopo numerosi tentativi falliti, decise di affidarsi, quattro anni più tardi, a Howard Carter, archeologo professionista con cui scoprì numerose tombe.
Dopo una pausa dovuta alla prima guerra mondiale e alla stasi delle scoperte, mentre nessuno scommetteva più sulla buona riuscita degli scavi, il 1º novembre 1922 Carter fece spostare il campo di scavo proprio dinanzi all’ingresso della tomba KV9, nella quale era stato sepolto Ramses VI. Il luogo era felice, dal punto di vista archeologico per via dei precedenti ritrovamenti, e difatti il 4 novembre 1922 venne scoperto il primo gradino di una scala che portava alla tomba di Tutankamon, aperta ufficialmente il 29 novembre 1922. Il 16 febbraio 1923 avvenne l’apertura ufficiale delle Camera Funeraria e l’11 novembre 1925 iniziò l’autopsia sulla mummia di Tutankhamon.
Eppure, la gioia per aver aperto la tomba e portato alla luce la mummia egizia forse più famosa di tutti i tempi, venne guastata nel mese di aprile 1923 dal primo avvenimento di quella che venne considerata da sempre come “la maledizione di Tutankamon”.
Per moltissimi scettici la maledizione di Tutankhamon sarebbe in realtà una semplice trovata pubblicitaria, sia in relazione alle pochissime notizie che trapelavano sulle scoperte archeologiche, sia per la lentezza delle operazioni di “svuotamento” della tomba, sia per l’esclusiva mondiale data a un giornale americano da Lord Carnarvon, il benefattore degli scavi, esclusiva che di fatto tagliò fuori gli altri quotidiani dell’epoca da ogni informazione, dando il via a una campagna denigratoria nei confronti della scoperta.
Però non possiamo non considerare che la lista delle persone decedute in seguito a contatti diretti con le tombe, con le mummie dei faraoni, o anche con le stesse persone che quelle tombe scoprirono, toccò in breve tempo le 30 unità. Quaranta morti misteriose, per le quali si è subito pensato alla maledizione di Tutankamon.
- LORD CARNAVRON.
Unica morte che potrebbe essere fatta coincidere con la scoperta della tomba è proprio quella di Lord Carnarvon. Nel febbraio 1923, tre mesi dopo la scoperta, il nobile inglese fu punto da una zanzara. Qualche giorno dopo, radendosi, inavvertitamente riaprì la ferita che si infettò. Il 27 marzo 1923, mentre si trovava nella tomba, fu colpito da una sincope. Portato subito in albergo, il Continental, rimase in stato di delirio per alcune lunghe e interminabili ore. Carnarvon spirò all’01:50 del 4 aprile 1923, e poco prima di morire sussurrò queste parole all’infermiera che lo seguiva: “Ho udito il richiamo di Tutankamon, sto per seguirlo”.
Nel momento esatto in cui l’uomo si spense, vi fu un inspiegabile blackout in tutta la città.
E non è tutto: nello stesso momento, l’amato cane di lord Carnarvon, un fox, che aveva perduto la zampa in un incidente stradale, si rizzò sulle zampe posteriori, uggiolò e morì. - LA FLEUR.
Archeologo inglese, amico intimo di Howard Carter, arrivò al Cairo nell’aprile 1923, perfettamente sano. Eppure, spirò per una misteriosa malattia appena una settimana dopo il suo arrivo. - ARTHUR C. MACE.
Archeologo canadese, aiutò Carter ad abbattere il muro della camera mortuaria. Poco dopo il decesso di Lord Carnavron, fu colto da improvvisi e devastanti malesseri, che lo portarono ben presto a uno stato di delirio. Morì nello stesso albergo, il Continental, che aveva ospitato lord Carnavron, e non si seppe mai di che morte morì. - GEORGE JAY GOULD.
Miliardario americano, uno dei più vecchi amici di Lord Carnavron, venne in Egitto per rendere un ultimo omaggio al compagno…Interessato ai lavori nella Valle dei Re, insistette con Carter perchè gli mostrasse lo stato dei lavori nella tomba di Tutankamon. Il giorno dopo la visita, Jay Gould venne preso da febbri violente e morì la sera stessa. - EVELYN WHITE.
Celebre archeologo e collaboratore di Carter, si impiccò pochi giorni dopo la scoperta della mummia. Colto da malessere ogni volta che entrava nella camera mortuaria, cadde vittima di una depressione nervosa che lo portò al suicidio. Nella sua lettera d’addio scrisse alcune parole molto eloquenti: “Ho ceduto a una maledizione che mi ha costretto a scomparire“. - ALFRED LUCAS…E DOUGLAS DERRY
Lucas, il chimico, e Derry, che eseguì materialmente l’autopsia sul corpo del faraone, morirono diversi anni dopo, per arresto cardiaco; certo, la loro era un’età veneranda ormai (78 anni il primo, 87 il secondo), e quindi forse non possiamo annoverare anche loro tra le vittime di Tutankamon. - AUBREY HERBERT.
Fratellastro di Lord Carnavron, si suicidò nel corso di un accesso di follia tanto improvviso quanto inspiegabile. - ALMINA CARNAVRON.
Moglie di Lord Carnavron morì nel febbraio 1929, a causa di una puntura d’insetto. - RICHARD BETHELL.
Ex segretario di Carter, viene trovato morto nel suo letto nel settembre 1929. A ucciderlo sarebbe stato un collasso cardiaco. - ARCHIBALD DOUGLAS REED.
Studioso inglese distaccato presso il governo egiziano, muore a sua volta, dopo aver ricevuto l’ordine di radiografare la mummia di Tutankamon. Doveva scoprire i corpi estranei eventualmente presenti all’interno del cadavere del faraone. Il giorno dopo gli esami radiografici viene colto da malessere, e muore pochi giorni dopo. Stranamente, non aveva mai sofferto di alcuna malattia. - ARTHUR WEIGALL.
Il grande storico, autore della monumentale Storia dell’Egitto antico, cadde vittima di una febbre sconosciuta che lo portò ben presto alla morte. - HERBERT WINLOCK.
Eminente egittologo americano in forza al Museo di New York, muore di una misteriosa malattia. - LORD WESTBURY.
Disperato per la morte dell’unico figlio (è il padre di Richard Bell), Lord Westbury, all’età di 78 anni, si uccide gettandosi dalla finestra del suo appartamento al settimo piano di un elegante palazzina nel cuore di Londra. Suicidio che però viene imputato a Tutankamon, almeno stando al ritrovamento di un biglietto che recitava “Il faraone ha preso mio figlio”. E non è tutto. Nel corso del funerale di Lord Westbury, il carro funebre che trasporta la bara del nobile perde il controllo (una rottura dei freni parrebbe) e travolte due adolescenti che sostavano sul marciapiede opposto a dove si svolse il passaggio del corteo funebre. Uno dei due adolescenti muore subito, l’altro poche ore dopo il ricovero in ospedale. - JAMES BREASTED e SIGNORA.
Archeologo dell’Università di Chicago fu uno degli archeologi che, con Carter, rimase più a lungo nella tomba di Tutankamon. Cominciò a essere quasi subito colpito da una strana malattia: febbre alta, mal di gola, tremiti, sensazione che il cuore e la testa gli scoppiassero. Supponeva che si trattasse di un ritorno di malaria, malattia che già lo aveva colpito di ritorno da un viaggio in Mesopotamia. La cura a base di chinino che dovette seguire non gli fu però di alcun giovamento, e anche Breasted rese la sua anima non a Dio, ma a Tutankamon. E diciotto mesi dopo fece sua moglie.
Il Faraone portò via con sè altre dieci vite umane: dieci scienziati che lavorarono alla tomba: Sir Alan Gardiner e Foucard, l’archeologo Davies, Herness, Astor e Callender, Bruyère, Bettel, Joel Woolf e Georges Bénédite, che morì di congestione dopo aver visitato la tomba.
29 vittime.
Ecco dunque nascere l’ipotesi di una presenza di spore di funghi velenosi presenti nella tomba, rimasta chiusa per millenni, che, liberate, hanno investito gli scopritori. E tuttavia nessuno è mai riuscito a capire come mai la maledizione di Tutankamon abbia risparmiato, fra tutti, proprio Howard Carter… ma non il suo uccellino.
Carter infatti possedeva un delizioso canarino (cosa pensavate??), che lo accompagnava in tutte le sue perlustrazioni e le sue ricerche. Il canarino cantava tranquillo davanti alla tenda in cui si trovava Carter, quand’ecco accadde un fatto inspiegabile: un grosso cobra si avvicinò alla gabbia del canarino, vi si intrufolò e divorò il canarino.
Tutto qua? direte. No, c’è dell’altro. Il canarino secondo gli indigeni era un uccellino che portava fortuna, e vederlo cantare fuori dalla tomba di Tutankamon doveva essere forse di buon auspicio. Ma che dire delle due grosse statue di guardiani che si trovavano nell’anticamera della tomba? Esse erano sormontate, sulla fronte, da un cobra, serpente sacro all’Egitto, che simboleggiava lo spirito protettore del re. Il cobra aveva mangiato e annientato il canarino; lo spirito del re aveva annientato lo spirito degli scopritori. La tomba del re era stata violata e il faraone non avrebbe avuto pace fino a quando tutti i sacrileghi fossero stati messi a tacere. E del resto, cosa recitava l’iscrizione trovata sulla tavoletta nell’anticamera della tomba?
La morte abbatterà con le sue ali
chiunque disturbi il riposo del faraone.
FONTE:
La maledizione più conosciuta e controversa di tutta la Storia, ancora oggi non se ne riesce a venire a capo!
infatti!