Zugun

Nel 1926 l’Europa conobbe il caso di Eleonore Zugun, figlia di una coppia di contadini romeni, che improvvisamente si trovò afflitta da stimmate, e sulla quale iniziò a circolare, insistentemente, una voce, secondo la quale Eleonore sarebbe stata addirittura posseduta dal diavolo.

Eleonore Zugun nacque il 24 maggio 1913 a Talpa, piccola cittadina nel sud della Romania. Eleonore cominciò a mostrare segni di possessione demoniaca nei suoi anni della pubertà, non appena compiuti i 13 anni. Avrebbe iniziato a sollevarsi in aria, a spostarsi rapidamente (troppo) attraverso una stanza, a lanciare oggetti in aria… inizialmente la famiglia credette che questi fenomeni fossero dovuti a fenomeni soprannaturali della bambina, a qualcosa di simile a telecinesi (ma che per loro, analfabeti, era solo un potere divino di cui la figlia era dotata).
Quando poi sul corpo di Eleonore iniziarono ad apparire graffi e strani segni su tutto il corpo, la famiglia pensò che fosse eleonore ad autoinfliggerseli, salvo poi cambiare idea quando, una sera a cena, sulle mani della ragazzina comparvero delle macchie rossastre che diventavano sempre più grandi e iniziarono a gocciolare sangue.
Fu in questo momento che la madre della ragazzina si spaventò e chiese l’aiuto al sacerdote della comunità.

zugunBen presto la storia incredibile di Eleonore si diffuse in tutto il paese, e la gente iniziò ad additare la ragazzina come posseduta dal demonio. I genitori di Eleonore Zugun, vedendo che i fenomeni paranormali che investivano la figlia non accennavano a diminuire, e la ragazzina stessa era presa di mira dalle dicerie della gente, decisero di portare Eleonore al monastero di Gorovei affinchè esorcizzassero la loro bambina. La ragazzina rimase lì tre settimane: venne sottoposta a diversi riti di esorcismo, ma non si ottenne alcun risultato. I monaci, che avevano osservato come la ragazzina in realtà non fosse la causa dei fenomeni ma il bersaglio, e vedendo che le loro preghiere non avevano apportato alcun beneficio, consigliarono ai genitori di portarla in un centro di sanità mentale. Purtroppo qui la ragazzina venne presa subito per schizofrenica e subì diversi trattamenti di elettroshock. I genitori accorsero a riprendere la ragazzina e la portarono a casa, cercando ovunque qualcuno che li potesse ascoltare e aiutare.

Ben presto il caso approdò sulla stampa locale e da quella locale alla internazionale il passo fu breve. Fortuna volle che il ricercatore psichico austriaco Fritz Grunewald venne a conoscenza del caso di Eleonore Zugun: l’uomo partì da Charlottenburg, in Germania, giunse a Talpa e iniziò a frequentare assiduamente la famiglia Zugun, prendendo appunti su quanto avveniva in quela famiglia. Osservò attentamente il caso di Eleonore, e capito che i fenomeni che interessavano la ragazzina non erano di origine psichica ma paranormale, chiese, e ottenne, che la ragazzina fosse mandata di nuovo al monastero di Gorovei.

Era il 1925 e Grunewald si prese cura direttamente della ragazzina, studiando i fenomeni che la interessavano e appuntando ogni stranezza che accadeva in presenza di Eleonore quando veniva esorcizzata dai monaci, oppure semplicemente quando i monaci si trovavano a pregare in presenza della ragazzina. Il fenomeno più ricorrente era il movimento di oggetti, che venivano scagliati violentemente contro la bambina e le persone che le stavano vicino. Tuttavia si verificarono anche dei casi secondi cui oggetti apparivano dal nulla, e poi colpi fortissimi alle pareti della stanza in cui si trovava Eleonore e addirittura due casi di autocombustione di oggetti, avvenuti in presenza della ragazzina.

Nel maggio 1925, durante una seduta di esorcismo, si manifestò per la prima volta una presenza invisibile, che iniziò a schiaffeggiare la ragazzina: sul suo corpo iniziarono improvvisamente ad apparire ferite, graffi e lividi, documentati anche dalle foto che ritraggono la ragazzina. Nel luglio 1925 Grunewald morì a causa di un attacco di cuore, che colpì l’uomo proprio durante una seduta con Eleonore.
In quel frangente, la ragazzina vide “qualcosa” afferrare l’uomo e scaraventarlo violentemente contro il muro. I genitori rimasero choccati dal racconto della ragazza, e credendola direttamente responsabile dell’accaduto, decisero di abbandonarla in monastero, dicendo agli abitanti di Talpa che la ragazzina era morta, finalmente, e che tutti gli strani fenomeni erano cessati.

Fortunatamente, grazie a Grunewald il caso di Eleonore era giunto alle orecchie di una nobildonna viennese, che era appassionata di ricerca psichica. La contessa Zoë Wassiliko-Serecki arrivò dunque al monastero, nel settembre 1925 e conobbe Eleonore. La trovò sporca, denutrita, in disordine e molto spaventata. Rimase a osservarla per qualche giorno, fino a quando i misteriosi fenomeni che avvenivano attorno a Eleonore si manifestarono. Le si strinse il cuore, nel vederla così ridotta e in balìa di eventi più grandi di lei, e chiede di poterla adottare. La trattativa fu lunga ed estenuante, anche perchè i monaci non volevano lasciar andare un caso così interessante, ma dopo lunghe discussioni, e anche qualche cospicua donaziona al monastero, Zoë Wassiliko-Serecki ed Eleonore partirono alla volta di Vienna.

Nel gennaio 1926 la ragazzina iniziò a vivere nella capitale austriaca, e quella vita iniziò a piacerle davvero molto. Era curata, accudita amorevolmente, poteva iniziare a studiare, ma nonostante tutto, i fenomeni di poltergeist che l’avevano sempre accompagnata non tardarono a manifestarsi anche nella sua nuova casa. La contessa aveva iniziato ad appuntare minuziosamente nel suo diario tutti gli eventi che interessavano Eleonore Zugun, e tra i fenomeni descritti da Zoë Wassiliko-Serecki compare un’annotazione:

Una volta sono entrata nella stanza di Eleonore. La ragazza era in piedi dietro di me, vicino alla finestra. Improvvisamente vidi un’ombra che scivolava lentamente davanti alla finestra, non in linea retta ma muovendosi a zigzag. Poi ho udito un tonfo sordo, come di qualcosa che cade. Ho guardato e ho visto per terra una scatola di ferro, piena di tessere di domino. La scatola era chiusa, ma ancune tessere giacevano per terra, fuori dalla scatola.

Una seconda annotazione rivela:

Un’altra volta era seduta al tavolo con un amico, il signor Klein, mentre Eleonore stava in piedi, e aveva un gatto in braccio. Klein involontariamente guardò la ragazzina e notò un’ombra grigia provenire da dietro Eleonore e passare lungo il suo fianco destro. Il gatto che Eleonore teneva in braccio soffiò e l’ombra sparì sotto il tavolo.

ZugunPoi, l’entità aveva iniziato a diventare violenta con Eleonore: la stessa contessa una giorno si accorse di strani segni che stavano comparendo, così dal nulla, sulle braccia della ragazzina. I segni assunsero un aspetto sempre più livido e rilievo, assomigliando ai segni che lascia un colpo di frusta o una bacchetta di legno. Ma Eleonore non aveva motivo, nè soprattutto possibilità, di autoinfliggersi quei colpi, anche perchè in casa della contessa non ceerano oggetti del genere. Più tardi, mentre la donna stava aiutando Eleonora ad aggiustare un giocattolo, dei lividi simili comparvero anche nella parte posteriore del collo… il tutto accompagnato da un segno di denti, come se qualcosa avesse morso la ragazzina.

Le aggressioni continuarono, con foga ancora maggiore: venne colpita, bersagliata, da oggetti che le venivano scagliati contro da forze invisibili, venne schiaffeggiata, morsa,  graffiata, le venivano tirati i capelli, tenuta con la forza a terra o gettata giù dal letto. A fine marzo 1926 sulle mani e le dita della ragazza apparvero numerose punture, come quelle prodotte da aghi, e alcuni piccoli aghi vennero rinvenuti infilati nella sua pelle.

Il caso di Eleonore Zugun venne portato all’attenzione di Harry Price, il noto ricercatore psichico inglese, che il 30 aprile 1926 arrivò a Vienna appositamente per assistere ai fenomeni che interessavano Eleonore. Davanti ai suoi occhi, un tagliacarte in acciaio si sollevò in aria e volò dall’altra parte della stanza in cui si trovava, assieme alla ragazzina e alla contessa; un cuscino cadde dalla sedia su cui era stato posato e segni di morsi apparvero sul braccio e sul petto di Eleonore Zugun, davanti ai suoi occhi. Price rimase così impressionato da quei fenomeni che chiese di poter portare Eleonore a Londra, per poter studiare il suo caso al Laboratorio Nazionale di Ricerca Psichica, un’istituzione in gran parte creata e gestita da lui. Eleonora e la contessa arrivarono a Londra a fine settembre 1926 e rimasero lì fino al 14 ottobre. Durante la permanenza a Londra, Price potè osservare che la maggior parte delle manifestazioni violente che interessavano Eleonore (graffi, ferite, segni di morsi e fenomeni di telecinesi) si verificarono maggiormente quando Eleonora era posta sotto stretta osservazione.

Verso la fine di ottobre, la contessa ed Eleonore lasciarono Londra e andarono per un periodo a Berlino, dove c’erano altri studiosi che volevano studiare il caso di Eleonore. Fu in questo periodo che le capacità di telecinesi che si diceva possedesse Eleonore iniziarono a diminuire. Non così però i graffi e i segni sul corpo della ragazzina. Anzi, verso la fine dell’anno, accadde uno strano fenomeno: Eleonore e la contessa stavano bevendo il te da alcuni amici dela contessa, quando Eleonore emise un grido, si sollevò la manica della veste e tutti i presenti si accorsero di uno strano segno circolare, simile a un morso, che era apparso sul braccio della ragazzina. Quel segno in pochi istanti divenne rosso, in rilievo, e infine si tramutò in una serie di vescicole bianche che essudarono un liquido biancastro, simile a saliva. Questo fenomeno si manifestò in seguito molte altre volte.

Tra i presenti c’era il dottor Hans Rosenbusch, un medico di Monaco, che daventi a quei fenomeni invitò Eleonore Zugun e la contessa a casa sua, con la promessa di scrivere uno dei più importanti trattati di medicina del tempo, raccontando nei minimi dettagli la storia della bambina. Ma Rosenbusch evidentemente era uno scettico, e interruppe l’incontro, urlando a Eleonore di essere una bugiarda, e accusando la contessa di barare: durante quell’incontro, infatti, non stava succedendo nulla di prticolamente significativo, fino al momento in cui la borsa della contessa era caduta dalla sedia su cui stava, e il contenuto della borsa si era sparpagliato al suolo. Rosenbusch accusò la donna di aver fatto cadere apposta la borsa, e di aver inscenato un nuovo intervento del poltergeist che tormentava Eleonore.

In difesa di Eleonore intervenne Harry Price, che testimoniò di come invece gli esperimenti che lui stesso aveva condotto sulla ragazzina erano stati eseguiti in ambiente protetto e controllato, e che i fenomeni si erano ugualmente verificati, anche se non sempre con la stessa intensità delle prime volte. Rosembusch però rincarò la dose, affermando che i segni che comparivano sul collo della ragazzina erano opera di Eleonore stessa, che si autoinfliggeva quei segni appena pochi istanti prima di sottoporsi alla seduta…la reazione della pelle si sarebbe manifestata solo in un secondo tempo, proprio mentre era in corso l’esperimento.

La contessa a questo punto ne ebbe abbastanza, e tornò a Vienna con Eleonore, rifiutandosi di sottoporre la bambina a ulteriori indagini. Poi, nell’estate del 1927, quando compì i 14 anni, Eleonore Zugun ebbe il suo primo ciclo mestruale e i fenomeni di poltergeist iniziarono a diminuire, per poi sparire completamente dopo un anno.

Il caso però si tinse di giallo: sembra infatti che Eleonore avesse rivelato rivelato alla contessa di essere stata vittima di violenza sessuale in giovanissima età, e di aver sviluppato quei fenomeni come conseguenza diretta di quello stupro, un modo, pare, per sfogare la sua rabbia.

 

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