Una delle mie paure più grandi è senza dubbio quella degli aerei. Ho paura di volare, non perchè temo che l’aereo si possa spezzare da un momento all’altro o perchè possa precipitare, ma perché temo che vi sia qualche squilibrato a bordo che dirotti l’aereo o peggio apra i portelloni… sì, lo so che sono paure sciocche, ma… ma sono riuscita a vincerle a febbraio quando sono stata in Cornovaglia con la mia dolce metà (cosa non si fa per amore!!).
Comunque, se dovessi prendere ancora un aereo, starò ben accorta di non salire mai e poi mai su un determinato volo della Eastern Airlines. Nulla a che vedere con quello che è successo al Saudia 163, ma la storia che sto per raccontarvi è ugualmente abbastanza macabra.
Il 29 dicembre 1972 il volo 401 della Eastern Airlines, il Lockheed L1011 Tristar (numero volo N310EA), scendeva verso Miami dopo essere decollato da New York, aeroporto John F. Kennedy. L’umore a bordo era più che buono: i 163 passeggeri e i 13 membri dell’equipaggio erano trepidanti: tra poco avrebbero potuto finalmente godersi il Capodanno al sole della Florida. Nulla lasciava presagire quanto sarebbe accaduto di lì a poco.
Il volo N310EA, in attività da soli 4 mesi, era l’orgoglio della flotta: il ‘Tristar’ è stato uno dei più moderni e tecnologicamente avanzati velivoli mai progettati, a quel tempo.
Ecco cosa accadde quel giorno maledetto: mentre si stava preparando per la discesa finale, il primo ufficiale Albert Stockstill fu incaricato di abbassare il carrello di atterraggio. In quel momento, un forte boato venne udito in tutta la cabina. Che qualcosa fosse andato storto nella manovra? Nella cabina di pilotaggio, il primo Ufficiale Stockstill notò che tutte le spie di controllo erano verdi, tutte tranne una, una spia che identifica che il carrello sia correttamente bloccato in posizione “down”. I piloti provarono a retrarre ed estendere manualmente il carrello, ma anche questa volta la spia non si accese. Il capitano Robert “Bob” Loft pensò che fosse solo una lampadina difettosa.
Il Comandante allora ordinò all’ingegnere di volo Repo di scendere nel vano situato sotto il ponte di volo per controllare se il carrello di atterraggio fosse sceso e bloccato nella posizione corretta; dopo aver raggiunto la quota di volo assegnata dalla torre di controllo, che era stata informata della problematica appena occorsa, il primo ufficiale Stockstill inserì il pilota automatico.
Durante i successivi 80 secondi, l’N310EA mantenne il volo livellato, poi scese di 90 piedi (30 m), quindi riprese il volo livellato restandovi per due minuti e successivamente cominciò a scendere di quota, così lentamente che nulla poteva essere percepito dall’equipaggio. Nella sua lenta discesa, l’aereo perse 250 piedi (76 m) di quota, e questo bastò ad attivare l’allarme sonoro di altitudine, normalmente situato nella postazione dell’ingegnere di volo. Sarebbe bastato questo per far capire che qualcosa stava accadendo, ma l’ingegnere di volo, che era sceso appunto a ispezionare il carrello, non ancora rientrato nella cabina di pilotaggio. Nemmeno i piloti non si erano accorti dell’allarme, come successivamente testimoniò il Cockpit Voice Recorder. Dopo altri 50 secondi l’aereo si trovò a metà della quota inizialmente assegnata.
Fu quando Stockstill iniziò la virata per ridirigersi verso l’aeroporto che si accorse della variazione di quota. La seguente conversazione è stata tratta dall’analisi del CVR:
-
-
Stockstill: Abbiamo modificato l’altitudine?
-
Loft: Cosa?
-
Stockstill: Siamo ancora a 2.000, vero?
-
Loft: Hey, cosa sta succedendo?
-
N310EA si schiantò, alla velocità di 365 km/h, a 18,7 miglia (30,1 km) ovest della pista 9L dell’aeroporto di Miami, nella palude (notoriamente infestata di coccodrilli) delle Everglades. L’ala sinistra fu la prima a toccare il suolo paludoso, seguita dal motore e dal carrello di atterraggio sinistro, che tracciarono tre solchi larghi 1.5 metri e lunghi più di 30 metri.
La fusoliera colpì il suolo, continuando poi la sua corsa per diversi metri, frantumandosi e seminando detriti in un’area lunga 500 metri e larga 100.
Le morti del N310EA
Inizialmente si contarono 77 sopravvissuti, 69 dei 163 passeggeri e 10 dei 13 membri dell’equipaggio, e ben 99 vittime. Tra i protagonisti di questa tragedia, solo l’ingegnere di volo Repo sopravvisse allo schianto, ma morì poco dopo in ospedale. Stockstill morì nell’impatto, mentre il Comandante Loft spirò tra i rottami della cabina di pilotaggio mentre era in attesa dei soccorsi, che tardarono molto ad arrivare, per l’impervietà del luogo in cui era avvenuto lo schianto. Eppure, fu proprio la palude a salvare molte vite, visto che il fango riscì a bloccare le emorragie delle ferite dei sopravvissuti, complicando però la loro guarigione a causa dei numerosi microrganismi presenti nell’acqua che causarono numerose infezioni…
La successiva inchiesta sul disastro stabilì che la causa principale della tragedia fosse stato un errore del pilota: il pilota automatico cambiò la modalità di volo quando il Comandante, per parlare con l’Ingegnere di volo che era seduto dietro di lui e ordinargli di scendere a controllare il carrello di atterraggio, accidentalmente urtò contro la cloche, spingendola leggermente in avanti, quel tanto da causare la lenta discesa del velivolo, mantenuta in tale condizione dall’autopilota che era stata inserito. La cosa peggiore, in tutto questo, è che il carrello anteriore era rimasto bloccato in posizione per tutto il tempo, e che era semplicemente la spia verde che non si era accesa ad essere difettosa.
La storia del fantasma
Perchè l’N310EA è considerato infestato? Poichè, anche se la maggior parte del velivolo N310EA andò distrutta nell’impatto con le Everglades, alcune parti, come i forni delle cucine erano salvabili, e potevano essere recuperate e riutilizzate per essere montate in altri Tristar ancora sulla linea di produzione. Uno degli aerei che ricevette i “pezzi di ricambio” fu N318EA, l’aereo più infestato al mondo.
Un giorno, nel 1973, all’aeroporto JFK un passeggero speciale stava per imbarcarsi per il suo volo verso Miami, a bordo Eastern Airlines Tristar. Mentre accedeva alla cabina, il Vicepresidente della compagnia aerea in persona vide un capitano della società in alta uniforme e andò a fare due chiacchiere. Durante la conversazione, improvvisamente si rese conto che stava parlando con il capitano Bob Loft. L’apparizione rapidamente scomparve e il vice presidente si precipitò fuori, fermando un membro dell’equipaggio e comunicandogli ciò che averva appena visto, terrorizzato che l’apparizione avrebbe potuto essere un sinistro presagio che qualcosa che avrebbe potuto succedere a questo aereo. L’aereo venne ispezionato da cima a fondo, ma non c’era traccia del capitano misterioso.
A bordo della flotta L1011, i tecnici di volo sono soliti entrare in aereo prima che arrivi l’equipaggio, in modo da svolgere i previsti controlli pre-volo. Eppure, un giorno un ingegnere di volo è rimasto stupito nel vedere un secondo ufficiale della Eastern Airlines già seduto al suo posto. Ha subito riconosciuto in lui Don Repo. Il fantasma gli disse: “Non c’è bisogno di preoccuparsi per la pre-volo, ho già fatto”, prima di scomparire di nuovo davanti ai suoi occhi.
Alcune settimane più tardi, un altro capitano stava controllando gli strumenti prima di un volo da Miami a Atlanta. E lì, di fronte a lui, al posto di comando, l’inconfondibile sagoma di Don Repo che lo osservava. Il capitano riferì di aver distintamente sentito le parole “non ci sarà mai un altro incidente su un L1011. Non permetteremo che accada. “
Durante un volo da Atlanta a Miami a bordo del volo N318EA, l’equipaggio stava pranzando, quando ci fu un forte colpo proveniente dal pozzo del carrello dell’aereo. Ovviamente le storie degli avvistamenti dei fantasmi erano circolate già, e circolavano ormai da molto tempo… e comprensibilmente l’equipaggio era assai riluttante a guardare… Ma il suono continuò e non appena l’ingegnere di volo aprì il portello, si trovò a guardare il volto di Don Repo lo fissava. La cosa più terrificante, di tutto questo, è che il luogo dell’apparizione dell’ingegnere era esattamente quello in cui l’uomo si trovava quando il volo 401 era precipitato.
Nel corso degli anni, ci sono stati molti altri avvistamenti, no nsolo a bordo del volo N318EA, ma anche in tutti quelli che hanno ricevuto qualche “pezzo di ricambio” dell’aereo precipitato. In un’occasione, in particolare, una donna era seduta accanto a un uomo, che “sembrava malato” tanto era pallido… preoccupata per le condizioni di salute dell’uomo, la passeggera chiamò l’hostess affinchè intervenisse, ma quando questa arrivò, il passeggero era sparito. La stessa cosa accadde a un’altra signora, preoccupata perchè il passeggero di fianco a lei non rispondeva… e non appena la passeggera si allontanava per chiamare aiuto, lo strano passeggero spariva. In entrambi i casi, alle due testimoni sono state mostrate delle fotografie dei membri dell’equipaggio del volo 401…e in entrambi i casi le due donne hanno indicato in Don Repo il membro dell’equipaggio che avevano visto.
La maggior parte delle segnalazioni di vicende inquietanti avvenute a bordo degli aerei della flotta e gli stessi avvistamenti di fantasmi erano state rapidamente messe a tacere dalla compagnia aerea: quale compagnia aerea vorrebbe che i propri passeggeri possano anche solo lontanamente pensare che gli aerei sui quali viaggiano siano infestati? Così i dirigenti della Eastern Air Lines minacciarono di licenziamento i dipendenti che avessero continuato a diffondere tali storie…
Ma poi un episodio ha cambiato tutto.
Volo 903 era appena decollato dall’aeroporto JFK di New York, diretto a Città del Messico. L’hostess Fay Merryweather era in cucina, intenta a preparare i pasti per i passeggeri, ma quando aprì il forno, fu inorridita nel vedere il volto di Don Repo che la fissava. La donna corse a chiamare l’ingegnere di volo e un’altra hostess, e quando i tre tornarono, Don Repo era ancora lì, e udirono distintamente una voce sussurrare: “Attenzione al fuoco in questo piano” . Il volo raggiunse Città del Messico senza particolari problemi, ma appena atterrati, il motore di dritta iniziò a funzionare male. Subito arrestato, prese fuoco, ma fortunatamente nessuno rimase ferito durante l’incidente… anche se, comprensibilmente, l’equipaggio fu molto scosso dopo ciò che avevano visto nella porta del forno.
Da quel momento gli avvistamenti si sono fatti più frequenti, e piloti ed equipaggi si sono rifiutati di volare sui Tristar che avevano parti del volo maledetto… non a causa della sicurezza, ma perché si sentivano estremamente a disagio. Molti investigatori del paranormale hanno chiesto spesso di essere ammessi a bordo dell’aereo per esaminare il tutto e registrare eventuali anomalie, ma la compagnia aerea ha continuamente rifiutato.
La flight safety foundation analizzò i numerosi rapporti sugli avvistamenti e concluse:
i rapporti sono certamente da ritenersi attendibili, essendo scritti da piloti, ufficiali e assistenti di volo di ottima reputazione che non avrebbero alcun vantaggio ad arrecare un danno solamente a se stessi.
Nel 1978 Rob e Sarah Elder raccontarono la vicenda nel libro Crash, ripreso nello stesso anno dal film-tv S.O.S. Miami Airport (Crash). L’anno prima lo scrittore John Fuller aveva pubblicato un libro sugli avvistamenti dei fantasmi, intitolato The Ghost of Flight 401, titolo con cui poi uscì un film basato sul libro. Libro e film suscitarono diverse polemiche, al punto che l’Amministratore delegato di Eastern Air Lines, Frank Borman, bollò le storie di fantasmi come “spazzatura”, e citò in giudizio autore del libro e produttori del film per diffamazione.
Tuttavia, tutte le parti recuperate dal volo 401 sono state rimosse dagli aerei in cui erano state installate. E da allora nessun avvistamento venne più segnalato.
fonte: www.thisdayinaviation.com/tag/n310ea/