La storia di oggi ci porta molto indietro nel tempo, all’inizio del 1700, per conoscere da vicino la storia leggendaria di Owen Parfitt, un pirata che scomparve misteriosamente sul finir del secolo, non prima di aver predetto che la sua scomparsa avrebbe avuto qualcosa di soprannaturale.
Owen aveva militato per anni a servizio della corona britannica, quando un terribile incidente in mare, che gli lesionò gravemente la spina dorsale, lo costrinse a ritirarsi anzitempo: così, nel 1755, andò a vivere a Shepton Mallet, una città nel sud-ovest dell’Inghilterra, assieme alla sorella maggiore Mary, e da lì non si mosse più. Da vecchio lupo di mare qual era stato, Owen adesso trascorreva le sue giornate seduto sulla sedia a dondolo in veranda, intrattenendo i vicini e i passanti con mirabolanti racconti delle sue avventure per mare, narrando di isole misteriose e tesori nascosti, e di galeoni fantasma e di mostri marini, di principesse di terre lontane e di duelli mortali per conquistarle. Insomma, erano racconti certo infarciti di fantasia, ma erano basati sulle sue avventure realmente vissute, e la gente si fermava volentieri ad ascoltarlo, anche per mitigare un po’ la sua malinconia, che si leggeva nei suoi occhi quando ripensava ai bei momenti trascorsi per mare, che sembravano adesso un ricordo lontano che andava sbiadendosi.
Tuttavia, se molta gente, specie i bambini, trovavano divertenti e appassionanti i suoi racconti, la maggior parte delle gente non credeva a una sola delle storie che Owen raccontava, e lo bollava come un ciarlatano, un imbroglione e un ubriacone.
Owen però non ascoltava le critiche, e andava avanti con i suoi racconti. Parfitt era abituato anche a raccontare qualcosa sul “codice d’onore” che esisteva tra i pirati: la ciurma era sempre molto unita, nessun uomo veniva mai lasciato indietro, e quando uno era in difficoltà tutti si mobilitavano per aiutarlo, anche se questo poteva comportare dei rischi concreti. Se poi qualcuno veniva gravemente ferito ed era costretto ad abbandonare la nave, o peggio se moriva, ciascun membro dell’equipaggio teneva per sé un oggetto del defunto, affinché il compagno potesse, attraverso l’oggetto rimasto tra i pirati, continuare a partecipare alle scorrerie come quando era in vita (o era in perfette condizioni di salute).
Fu esattamente quello che capitò ad Owen: l’uomo infatti si trovava sulla cima di un albero, intento a sbrogliare alcune cime che si erano aggrovigliate a una vela, ma cadde da altezza considerevole, picchiando la schiena su un barile e rimanendo offeso alla colonna vertebrale. Da quel momento, Owen non fu più in grado di alzarsi in piedi, e divenne chiaro che non poteva più prendere parte alle scorribande con gli altri uomini. Quando la nave ormeggiò al porto e Owen venne fatto scendere, il capitano distribuì tra i compagni alcuni degli oggetti personali di Owen, ricordando all’uomo che, in quel modo, sarebbero stati legati per sempre e, in caso di bisogno, essi sarebbero venuti a prenderlo, per continuare le loro uscite, in un modo o nell’altro.
Poi, nel gennaio 1762 la nave su cui aveva militato Parfitt venne affondata dagli spagnoli al largo delle isole caraibiche. Gran parte dell’equipaggio morì nel naufragio, mentre il resto venne impiccato dopo il processo: essere pirata, in quel periodo, significava condanna a morte certa. Un giorno Owen Parfitt ricevette una lettera dove gli veniva comunicata la tragedia. L’uomo pianse amaramente per la sorte capitata ai compagni di tante avventure, e da quel momento iniziò a raccontare a chiunque gli faceva visita che i suoi amici pirati sarebbero venuti a prenderlo da un momento all’altro. La gente, ovviamente, non credette a una sola parola di Owen, la sorella Mary gli fece una scenata, sgridandolo per mettere in giro simili voci, e la popolazione di Shepton Mallet iniziò a guardare Owen con sempre maggior negatività e scetticismo.
Nel giugno 1763 l’Inghilterra, e specialmente la costa occidentale, venne interessata da numerosi uragani, che si abbatterono senza sosta per quasi tutto il mese, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro. Owen Parfitt era abituato, come abbiamo visto, a sedere sulla sua sedia a dondolo, in veranda, a osservare il lento scorrere della vita. Una sera Owen sedeva in veranda come al solito, per prendere un po’ di fresco. L’uomo osservava il cielo tempestoso, e parlava con due contadini che lavoravano dall’altra parte della strada, dicendo loro che quella tempesta sarebbe stata disastrosa, poiché proveniva dal mare, e sarebbe stato proprio in quella tempesta che i suoi compagni pirati sarebbero venuti a prenderlo. I due uomini non gli diedero retta, pensando che Owen fosse un po’ più ubriaco del solito.
Di lì a poco tornò la sorella, che era andata a fare la spesa, e comunicò al fratello che avrebbe messo sul fuoco la cena, per poi andare a chiamare il vicino che l’avrebbe aiutata a sollevare il fratello dalla sua sedia per riportarlo in casa. Era la solita storia ogni giorno: Mary aveva sempre bisogno del vicino di casa, per portar fuori Owen al mattino e riportarlo dentro la sera. L’uomo pesava, e non poteva farcela da sola a sollevarlo.
Poco prima del tramonto, i due contadini sentirono un fortissimo vento che aveva iniziato a spirare, sopra di loro, così forte da costringerli a interrompere il lavoro e rientrare in casa. Anche la sorella di Owen si accorse del forte vento, e visto che il vicino non arrivava e Owen doveva essere riportato dentro, corse fuori… ma il fratello era sparito.
Sapendo che Owen non poteva essersi spostato da solo, Mary chiese ai contadini se avessero visto il fratello, ma i due le risposero che l’uomo era sempre stato seduto nella sua sedia, e che nessuno, a parte loro due, si era avvicinato alla casa dei Parfitt. Che fine poteva aver dunque fatto Owen?
La sorella iniziò subito a cercare il fratello, assieme ai vicini: Owen non poteva essere lontano! Incredibilmente, non fu più trovata traccia dell’uomo paralitico. Owen Parfitt era sparito nel nulla!
Nei giorni seguenti i vicini avanzarono numerose ipotesi su cosa potesse essere accaduto: Owen era stato rapito dal diavolo? era stato rapito dagli spagnoli che avevano ucciso il resto della sua ciurma? era stato rapito da qualcuno che voleva saperne di più su uno dei tanti tesori di cui l’uomo aveva parlato?
Da quel momento, l’incredibile scomparsa di Owen Parfitt non trovò mai risposta, e diventò una leggenda ben radicata nel folklore locale…
Poi, nel 1813, durante alcuni lavori a Shepton Mallet, fu portato alla luce uno scheletro umano: tutti affermarono che si trattava di Owen Parfitt o di ciò che ne restava, ma l’esame dei resti stabilì che lo scheletro apparteneva a una giovane donna, non a Parfitt, che dunque rimaneva tra le persone scomparse.
Ancora oggi nessuno sa cosa sia successo a Owen Parfitt, anche se la sua storia sembra più una leggenda che una storia reale, anche se qualcuno sostiene possa essere stato risucchiato da un tornado che si sviluppò dall’uragano…
E poi ci sono quelli che ricordano la storia che Owen raccontava: non il vento, ma i suoi stessi compagni lo portarono via, come avevano promesso quando Owen scese dalla nave.
Pirati, fino alla fine dei tempi.