peter bergmann

Nel giugno 2009, un uomo salì a bordo del bus numero 64 a Strand Road, Derry, in direzione County Sligo. L’uomo, età apparente 50-60 anni, ha i capelli grigi, porta gli occhiali, indossa una giacca di pelle, un po’ fuori stagione, una borsa nera in spalla e un borsone più grande. Una volta arrivato alla stazione degli autobus di Sligo, alle 18:28 di quel 12 giugno 2009, prende un taxi e raggiunge lo Sligo City Hotel.
Qui chiede alla receptionist di trovargli una stanza, paga la sua camera in contanti, e fornisce, come da prassi, le sue generalità: Peter Bergmann, residente in Austria.
Tre giorni dopo, sulla spiaggia di Rosses Point, a cinque miglia dalla città di Sligo, è stato trovato il corpo di un uomo, che indossava una t-shirt e un paio di pantaloncini scuri. Niente scarpe. Ma il suo volto è familiare: è Peter Bergmann, l’uomo che alloggia allo Sligo City Hotel.
Si fanno dei controlli incrociati, almeno per avvisare la famiglia dell’uomo della sua scomparsa, ma… ma le indagini chiariscono un punto davvero curioso: non esiste nessun Peter Bergmann non solo in Austria, ma addirittura in Europa, che combaci con l’identikit dell’uomo misterioso, e l’indirizzo fornito dall’uomo è quello di una casa abbandonata.
Chi è dunque Peter Bergmann? E, soprattutto, chi è davvero l’uomo trovato morto sulla spiaggia?

La polizia come prima cosa inizia delle indagini sul comportamento dell’uomo che per tre giorni ha soggiornato a Sligo, e scopre un particolare davvero strano: ogni mattina, per tre giorni, Peter Bergmann è uscito dall’hotel con una borsa di plastica viola, rincasando poi senza borsa. Cosa c’era in quella borsa?

Il primo giorno di permanenza a Sligo, alcune telecamere di sorveglianza a circuito chiuso immortalano Peter mentre si concede una passeggiata nel centro della città. L’uomo pare particolarmente interessato all’ubicazione di quelle telecamere, e difatti è ripreso più volte mentre punta lo sguardo dritto nell’obiettivo della telecamera. Esce dall’albergo con una borsa di plastica viola, ma rientra senza borsa.

Il secondo giorno di permanenza, Peter si è recato fino all’ufficio postale della città, dove ha comprato un francobollo da 82 centesimi. A chi avrà scritto? Ha ancora con sè una borsa di plastica viola, ma quando rientra in ufficio non ha più con sè la borsa.

Il terzo giorno, Peter è uscito di nuovo con la borsa di plastica viola, ha preso un taxi e ha chiesto al conducente di portarlo a una spiaggia tranquilla. Il taxista lo porta a Rosses Point. Peter Bergmann osserva la scena, compiaciuto. Poi prende di nuovo il taxi e si fa riportare in hotel.

Il giorno dopo compra un biglietto di sola andata per Rosses Point, fa il check out all’hotel e se ne va da Slingo. Alla stazione degli autobus mangia un panino e beve un cappuccino. Poi si mette a passeggiare sulla spiaggia vista il girono prima. Molte persone dicono di averlo incontrato, mentre camminava sulla spiaggia. L’uomo non parla con nessuno, addirittura non risponde al saluto delle persone che incontra. Una coppia lo incontra, mentre cammina, alle 22.30, lungo la battigia. All’alba del giorno dopo il suo corpo viene ritrovato da un uomo che era andato in spiaggia a correre.

Il cadavere, come detto, indossa solo una tshirt e un paio di pantaloncini corti, di colore scuro. Non ha le scarpe e cosa molto più inquietante, quando viene fatta l’autopsia sul cadavere, la polizia scopre che a tutti gli indumenti, mutande comprese, sono state tagliate tutte le etichette, per non renderle rintracciabili.

L’autopsia rivela una morte per annegamento, ma quando si procede a un esame più approfondito, si scopre che l’uomo soffriva per un cancro alla prostata in stadio avanzato, e aveva inoltre alcune masse tumorali alle ossa. Come se non bastasse, il suo cuore era stato provato, in passato, da numerosi attacchi cardiaci. Eppure, nonostante tutte queste malattie, che certo dovevano provocargli forti dolori, nel suo corpo non era presente traccia di nessun medicinale, nemmeno la comune aspirina. Ma chi era quell’uomo?

Ripercorrendo gli strani movimenti di Peter, si vede come l’uomo, prima di morire, abbia pianificato tutto nei minimi dettagli per non lasciar traccia del suo passaggio.
Le borse viola che aveva uscendo dall’hotel? centenevano con ogni probabilità i suoi stessi vestiti, di cui l’uomo si liberava poco per volta, per non destar sospetti.
Il tragitto in città del primo giorno? un escamotage per individuare le telecamere di sorveglianza di Slingo, per evitarle durante i passaggi per disfarsi dei vestiti.

Resta però il mistero di quel francobollo acquistato. A cosa servì? A chi scrisse Peter? Nessuno, dopo la sua morte, si fece viv per denunciarne la scomparsa, ed è per questo che, nonostante vari campioni di DNA siano stati inviati dalle autorità di mezza Europa, l’identità dell’uomo di Sligo rimane tuttora avvolta nel mistero.

Forse l’uomo, provato dalla malattia e ormai resosi conto di essere un malato terminale, scelse di morire in quel luogo, sperando che il suo corpo venisse abbracciato dalle onde e trasportato chissù dove, senza lasciar traccia…

 

Però le onde restituirono quel cadavere senza alcuna identità, di cui restano solo fotografie riprese dai video di sorveglianza, e un’identità, Peter Bergmann, che nasconde uno dei misteri più affascinanti del secolo scorso…mistero ancora senza alcuna soluzione, e nel 2013 l’irlandese Ciaran Cassidy girò un breve documentario, dal titolo The Last Days of Peter Bergmann, sulla storia di quest’affascinante sconosciuto, documentario che usa alcuni dei filmati a circuito chiuso che riprendono le ultime fasi della vita di Peter Bergmann, l’uomo senza identità.

 

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