Come abbiamo visto nella prima parte dell’articolo, in casa Ammons succedevano delle stranezze, se così vogliamo chiamarle: sciami di mosche, passi, suoni misteriosi. Una sera, la signora Amons scoprì la figlia maggiore mentre lievitava sopra il suo letto… Da allora, la situazione peggiorò: due chiaroveggenti che erano state chiamate a investigare in casa sentenziarono che quella casa era infestata non da un fantasma, ma da oltre duecento demoni.
Latoyna Ammons, sua madre Rose non sapeva più cosa fare, anche perchè sembrava che i demoni avessero preso di mira proprio i figli della donna… Intervenne la polizia, intervennero le assistenti sociali per stabilire la natura di quegli strani fenomeni che erano stati registrati anche dall’ospedale presso cui Latoyna Ammons si era rivolta. E proprio all’ospedale arrivò la svolta.
Il 20 aprile 2012 il cappellano dell’ospedale chiamò don Michael Maginot, della parrocchia di St. Stephen, chiedendogli di praticare un esorcismo sul figlio di 9 anni. Era ormai palese che qualsiasi cosa comandasse i corpi dei bambini era qualcosa di assolutamente soprannaturale, qualcosa di mai visto prima. Maginot chiese di incontrarsi con la famiglia qualche giorno più tardi. Prima di tutto chiede di incontrare Latoyna e Rosa, e durante l’incontro il prete registrò alcuni strani avvenimenti: la luce nel bagno si accese e si spense senza motivo; la tenda del soggiorno si mosse senza che le finestre fossero aperte e senza che nella casa vi fossero correnti d’aria. E poi, sul pavimento della stanza apparvero le solite impronte umide che Rosa Campbell aveva già visto, quella famosa notte di qualche settimana prima, quando tutto era iniziato.
Maginot restò quattro ore in casa Ammons, e se ne andò convinto che la famiglia Ammons fosse realmente tormentata dai demoni, e che in quella casa vi fossero dei fantasmi. Consigliò le due donne di andare altrove, con i bambini, che a quanto pare erano le vittime preferite dai demoni. Le donne lo ascoltarono e chiesero ospitalità ai parenti.
Una settimana più tardi le due donne e Valerie Washington, l’assistente sociale incariaìcata di occuoarsi di quel caso, dovettero tornare nella casa su ordine del DCS, che voleva verificare le condizioni di vita dei bambini. Valerie Washington, memore di quanto accaduto in ospedale, chiese a un funzionario di polizia di accompagnarla, e altri due agenti si unirono al gruppo. ù
Latoyna Ammons non volle entrare in quella casa, ma sua madre, incuriosita, volle vedere in che condizioni era la casa dove avevano vissuto fino a poco prima. E lì, agli occhi dei presenti, si presentò una situazione davvero curiosa. Il pavimento di cemento era rotto, come se qualcuno l’avesse sradicato. Il registratore che uno degli agenti aveva acceso per documentare l’ispezione smise improvvisamente di funzionare, nonostante le pile fossero nuove. Un altro agente accese il suo, e quando più tardi riascoltò la registrazione sentì una voce sconosciuta che sussurrava “hey”, e la voce non apparteneva a nessuno dei presenti.
L’agente scattò alcune foto della casa, prima di entrare, e in una delle foto, quella che vedete qui di fianco, forse la più famosa del caso Ammons, appare una immagine bianca, nebulosa, a una finestra, nonostante in quel momento in casa non ci fosse nessuno. L’ingrandimento fatto dalla polizia su quella stessa foto sembra rivelare la presenza di una seconda sullo sfondo, una sagoma femminile. Un altro agente scattò alcune foto con il suo cellulare, e anche in queste foto apparivano strane silhouette.
In una foto delle scale del seminterrato, viene immortalata un’immagine bianca e torbida. Quando un ufficiale ingrandì la foto, quella nuvola sembrava assomigliare a una faccia.
E le stranezze non sono finite qui. Una volta terminate le indagini nella casa, gli agenti sono tornati al commissariato, e durante il tragitto la radio della Ford in dotazione alla polizia ha iniziato a funzionare male. Più tardi, uno dei due agenti ha detto che il garage della sua casa di Gary ha rifiutato di aprirsi, nonostante il telecomando fosse perfettamente funzionante, e anche il sedile del guidatore della sua macchina privata ha iniziato a muoversi avanti e indietro da solo. L’uomo si spaventò notevolmente, poichè quando fece controllare la macchina da un’officina il meccanico gli disse che il motore sul sedile del guidatore era rotto al punto da poter provocare un incidente. Il poliziotto non era credente, non credeva nè a Dio nè al diavolo, ma dopo quell’episodio, che giudicò strettamente collegato con gli avvenimenti di casa Ammons, fu suo malgrado costretto a credere all’esistenza dei demoni.
Nel frattempo i bambini e Latoyna Ammons venivano sottoposti a visite psichiatriche di ogni genere, senza che però venisse rilevato nulla di particolare. In una di queste visite era presente anche don Maginot, e un’altra assistente sociale del DCS, Samantha Ilic. La sua collega, Valerie Washington, si era rifiutata di andare ancora in quella casa.
E quel giorno, davanti agli occhi esterrefatti dei presenti, vi furono nuove manifestazioni soprannaturali: del liquido aveva iniziato a gocciolare al pianterreno, una sostanza strana e sconosciuta. Altro liquido oleoso gocciolava dalle veneziane, senza che nessuno riuscisse a capirne la provenienza. Un agente lo asciugò, poi chiuse la la stanza a chiave e vi torno mezz’ora più tardi. L’olio aveva ripreso gocciolare.
Maginot cercò qualcosa che potesse spiegare la presenza di quei demoni. Se ci fosse stato qualcuno sepolto in quella casa, infatti, sarebbe stato facile spiegare la presenza delle entità, così come se fossero state trovate tracce di qualche rito di magia nera. Tutti i presenti si sentirono attratti, in particolare, dal seminterrato della casa, e qui, sotto la scala, uno degli agenti di polizia scavò un buco di 4 piedi per 3 proprio sotto le scale, portando alla luce un’unghia rosa, un paio di mutandine bianche, una spilla da camicia politica, un coperchio per una piccola padella da cucina, calzini con i fondi tagliati al di sotto delle caviglie, involucri di caramelle e un oggetto di metallo pesante che sembrava un pendolo per cartomanti… Non trovando nient’altro, l’ufficiale rimpiazzò la terra e la rastrellò sopra. Maginot ha benedetto un po’ di sale e lo ha sparso sotto le scale e in tutto il seminterrato.
A quel punto don Maginot non aveva più alcun dubbio (e in cuor suo non ne aveva mai avuti): ci si trovava di fronte a una manifestazione demoniaca, ed era necessario l’intervento della diocesi. Così scrisse al vescovo, mons. Dale Melczek, per chiedergli di celebrare un esorcismo. Era una domanda scottante: in 21 anni di ministero episcopale a Gary, Meclzek non aveva mai autorizzato un esorcismo. E inizialmente la richiesta non fu accolta. Maginot fu invitato a contattare altri sacerdoti che avevano conclamata esperienza di esorcismi.
Quello stesso giorno Maginot celebrò un esorcismo minore, che non necessita di autorizzazione episcopale, all’interno di casa Ammons. All’esorcismo erano presenti due agenti, e Samantha Ilic, l’assistente sociale. Per due ore, tanto durò l’esorcismo, i presenti ebbero la netta sensazione che qualcuno fosse nella stanza, qualcuno di invisibile, ma di cui si sentiva il respiro sul collo…
Maginot cercò poi i demoni che infestavano quella casa. Come ben sappiamo, conoscere il nome di un demone dà all’esorcista il potere su di esso, e lo costringe ad abbandonare la casa o la persona che in quel momento possiede. La ricerca di Maginot portò ad alcuni risultati: uno dei primi nomi individuati era Belzebù, signore delle mosche, il che spiegava la presenza delle mosche come primo segnale d’infestazione. Poi vennero individuati anche i nomi di demoni che torturano e feriscono i bambini, cosa che era avvenuta nella casa di Carolina Street.
A questo punto Maginot ebbe il permesso dal vescovo ed eseguì l’esorcismo maggiore, due volte in inglese e una volta in latino. Latoyna Ammons disse che durante l’esorcismo pregava, finché pregare non divenne troppo doloroso: sentiva come se qualcosa dentro di sé cercasse di resistere, e di darle dolore allo stesso tempo. Era, secondo Latoyna, un dolore diverso da quello naturale, ma intenso come i dolori del parto.
Dopo il terzo esorcismo Latoyna Ammons non ebbe più problemi, ma per scongiurare ogni rischio si trasferì con i figli e sua madre a Indianapolis, dove vive ancor oggi tranquillamente.
La vecchia casa di Carolina Street è diventata un oggetto locale di curiosità, ma non pensate di andarla a visitare: non esiste più.
Nel 2014 infatti, dopo che tutto il caso della possessione diabolica degli Ammons venne portata alla luce, Zak Bagans, produttore esecutivo e volto di “Ghost Adventures” su Travel Channel, acquistò la casa per 35mila dollari, con l’intenzione di girarvi un documentario che raccontasse cos’era accaduto tra quelle mura.
Il documentario venne girato, anche se ancora non è stato divulgato, ma alla fine Zak decise di radere al suolo la casa, facendola letteralmente sparire dalla circolazione, ma non dalla memoria della gente. La casa venne abbattuta nel gennaio 2016.
“C’era qualcosa in quella casa che aveva la capacità di fare cose che non avevo mai visto prima, cose che nessuno può spiegare, nemmeno i credenti più fervidi. C’era in quella casa qualcosa di molto oscuro, ma molto intelligente e potente”, ha detto Zak Bagans a IndyStar via email.
Qual è stato però il vero motivo che ha portato Zak Bagans a distruggere la casa? I Ghost Adventures hanno davvero captato al suo interno qualcosa di sconvolgente? Una nuova porta per l’inferno, al pari del Bobby Mackey’s?
Non si sa, e nessuno potrà rispondere, ora che la casa dei demoni non esiste più.
bravo, hai colto nel segno. No, questo è uno dei grandi dilemmi rimasti irrisolti, di cui non ho trovato alcuna traccia. Si è pensato potesse essere stato fatto dai precedenti proprietari della casa, ma non c’è nulla di certo. Onestamente io speravo di vedere il documentario di Zak Bagans, secondo me hanno scoperto qualcosa, e hanno distrutto la casa proprio per questo motivo, perchè magari era qualcosa di troppo complicato e pericoloso da affrontare anche per loro. Però sto controllando ancora, se trovo altre news in merito, aggiorno il post, ma per adesso,,,,,nulla.
Alla fine si è poi scoperto chi aveva effettuato la messa nera (o comunque il rito) che aveva dato inizio a tutto?