Avevo scritto questo racconto per partecipare a un concorso indetto da un gruppo Facebook “scrivi un racconto creepypasta per halloween”… Purtroppo il mio racconto non ha vinto… Lo pubblico comunque nel blog.

Il meccanismo. Il meccanismo era rotto.
Erano state queste le ultime parole che aveva pronunciato il suo unico figlio, prima di morire. Tra le mani, la music box che era l’orgoglio della sua fabbrica, il giocattolo che l’avrebbe fatto diventare finalmente ricco. Il pagliaccio era uscito troppo velocemente dalla scatola, una molla impazzita, la punta di ferro sbucata dalla bocca del clown, aveva colpito il bambino dritto nell’occhio, conficcandosi nel cranio.
L’occhio del piccolo era rimasto lì a penzolare dalla molla, fissando il direttore che era accorso, spaventato dalle urla del bambino. E poi altre urla avevano riempito il silenzio di quella notte di Natale: erano i figli degli operai della fabbrica, che avevano aperto il loro regalo, poco dopo la fine della cena di Natale. Tutti avevano voluto provare il loro nuovo gioco, e avevano fatto girare la manovella. All’ultima nota del carillon, il pagliaccio era uscito dalla sua scatola, ma le sue guanciotte e il suo sorriso rosso non avevano suscitato risate, ma urla e pianti disperati.

Tutti erano difettosi… com’era possibile? Eppure avevano seguito scrupolosamente i progetti di Mr. D., che glielo aveva commissionato, raccomandandosi di seguire alla lettera i suoi disegni.
E tutti, proprio tutti, avevano manifestato lo stesso difetto di fabbricazione.

Mr. D., lui avrebbe pagato per quell’errore… La mano del direttore corse al telefono, mentre altre musiche di carillon partivano e, quando finivano, erano accompagnate da urla laceranti.
«Tutti rotti…tutti…» pianse il direttore, componendo il numero. Mr. D. rispose subito, e non lasciò nemmeno che il direttore gli esponesse il problema.
«Buon Natale, mio caro direttore, buon Natale… tanti regali per voi, tante anime per me» e riagganciò, ridendo.

E di colpo il direttore capì. Capì doveva aveva già visto quegli occhi scuri come la pece, capì da dove veniva quell’odore da bruciato che quello strano individuo aveva addosso.

La pendola battè mezzanotte. Natale. Il direttore immaginò i bimbi che scartavano i loro regali, tranquilli, nelle loro case. Immaginò i carillon che suonavano… si prese la testa tra le mani, mentre dalle case vicine già arrivavano urla terribili, e l’aria della notte si riempiva di sirene di ambulanze lontane… Diecimila pagliacci. Diecimila regali, diecimila anime.

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2 pensiero su “Il carillon maledetto”

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