Questa che vedete qui di fianco è l’ultima foto della famiglia Lawson. L’ultima che fu scattata quando erano ancora tutti vivi. Il caso della famiglia Lawson ebbe inizio il giorno di Natale del 1929, a Germanton, nella Carolina del Nord, un paesino di campagna tranquillo. Tranquillo fino al momento in cui furono sparati sei colpi di arma da fuoco che misero fine alle vite dei membri della famiglia Lawson: a spararli fu Charlie Lawson, il pater familias, che uccise sua moglie e sei dei suoi figli, prima di togliersi la vita ore dopo. Fino ad oggi, nessuno sa perché ha commesso questi atti terribili.
Nel 1911 Charles Davis Lawson, di professione agricoltore, sposò Fannie Manring, e con lei ebbe otto figli. Il terzogenito, William, nato nel 1914, morì di malattia nel 1920. Nel 1918, due dei fratelli più giovani di Charles, Marion ed Elia, si trasferirono nella ricca zona di Germanton, Carolina del Nord. Qui le possibilità di crescita economica erano maggiori, e Charles seguì l’esempio dei fratelli, trasferendosi con tutta la sua famiglia. I Lawson lavorarono come coltivatori di tabacco, e col tempo riuscirono a risparmiare abbastanza denaro per comprare, nel 1927, la loro fattoria su Brook Cove Road.
Poi, una mattina di novembre del 1929, Charles Davis Lawson prese l’insolita decisione di portare sua moglie e i sette bambini in città per un ritratto. Una cosa decisamente anorale, per quel tempo: un ritratto costava moltissimo e certo non rienrava tra le spese che una famiglia di contadini poteva permettersi. Già nei giorni precedenti la decisione Charles aveva dato qualche segno di “stranezza”: si era infatti recato in città, a Germanton, per comprare dei vestiti nuovi per la moglie e per i figli. Come era possibile, visto che aveva speso tutto il denaro che aveva finora risparmiato, per acquistare la grande fattoria nella quale i Lawson vivevano? Perchè aveva speso altri soldi per dei vestiti? La gente a Germanton mormorava, chiedendosi dove Charles avesse preso quei soldi, e perchè avesse deciso di fare quel ritratto ricordo.
Il ritratto venne realizzato: in piedi dietro ci sono il diciassettenne Arthur Lawson, sua sorella Marie, 17 anni, e i loro genitori, Charles e Fannie, che ha in braccio la neonata Mary Lou, 4 mesi appena. Davanti, da sinistra, ci sono i figli più giovani dei Lawson: James, 4 anni, Maybell, 7, Raymond, 2 e Carrie, 12.
Una famiglia come tante altre, felice, tranquilla… e difatti nulla fa presagire quello che succederà di lì a poco, la mattina di Natale.
Il 25 dicembre 1929 la diciassettenne Marie si alzò presto per preparare una torta per la colazione di Natale. Le sorelle minori, Carrie e Maybell, scesero in cucina a salutare la sorella, quindi si allontanarono da casa per andare a salutare e fare gli auguri di Natale alla zia e allo zio, che vivevano qualche isolato più avanti. Non andarono lontano, però: dietro il granaio della famiglia Lawson le attendeva infatti il padre Charles, con il loro regalo di Natale. Due colpi di fucile che raggiunsero le ragazze al petto. Ferite ma non morte, le ragazzine vennero trascinate nel granaio dal padre, che infierì con un bastone sui corpi delle figlie fino a quando non furono morte. Quindi nascose i cadaveri in mezzo al fieno.
Charles a questo punto si dirige verso casa sua, dove sua moglie Fannie è seduta sotto il portico. Le si para davanti e le spara un colpo a bruciapelo alla testa. Quindi entra in casa, dove ci sono i tre figli. Si dirige verso la cucina, dove si dovrebbe trovare Marie intenta a preparare la torta, ma non la trova. La ragazzina infatti, spaventata dagli spari che ha udito, è corsa a nascondersi in camera da letto, assieme ai fratelli più giovani, James e Raymond. Charles uccide anche loro. Quindi, si dirige verso la culla in cui dorme la piccola Mary Lou, ignara di tutto. Non le spara, ma le fracassa il cranio, probabilmente con lo stesso calcio del fucile.
Passano poche ore, e Arthur Lawson, che era stato inviato dal padre la sera prima fuori città per affari, torna a casa. Si aspetta di trovare la sua famiglia riunita attorno al tavolo, pronti a festeggiare il Natale. E invece… invece trova sì la sua famiglia riunita, ma i corpi di sua madre e dei fratelli sono stesi uno accanto all’altro, in salotto, le braccia incrociate sul petto e una roccia sotto la testa, a mo’ di cuscino. Charles non c’è. Arthur diede subito l’allarme, e subito i vicini accorrono a casa Lawson. È in quel momento che il silenzio carico di sgomento viene spezzato da un colpo sordo di fucile, che proviene dal bosco vicino. Arthur e un paio di vicini si dirigono verso l’origine dello sparo. Due agenti della polizia li accompagnano. E lì, nel bosco, scoprono il corpo di Charles Lawson, con il fucile a fianco, che si è appena sparato un colpo in testa. Il cadavere giace ai piedi di un albero, e attorno all’albero c’è una quantità indefinita di orme, che circondano l’albero, segno che qualcuno ha camminato avanti e indietro per un bel po’. Le orme appartengono a Charles, il che fa pensare che l’uomo abbia camminato su e giù un bel po’, prima di uccidersi. Accanto al corpo, la polizia rinviene alcune lettere, ma quando vengono lette non fanno altro che gettare ancora più ombra sul massacro della famiglia Lawson, perché non spiegano affatto il motivo per cui Charles Lawson abbia distrutto la sua famiglia.
Viene celebrato il funerale delle vittime: otto bare bianche sono poste, in fila, davanti alla casa dei Lawson, che da quel momento attira centinaia di turisti. La gente entra in casa, scoprendo come il tempo si sia fermato a casa Lawson: sul tavolo della cucina c’è ancora la torta che Marie aveva preparato per festeggiare il Natale. Non ci sono altri indizi che possano spiegare il perché di tale massacro. Vi fu chi ipotizzò che Charles non fosse in sè quando sterminò la sua famiglia: L’uomo infatti si sarebbe ferito alla testa pochi mesi prima di dicembre, cadendo da un albero che stava tagliando, e dopo quella brutta caduta la sua testa non era stata più la stessa.
Molti tra i vicini ipotizzarono che in realtà non fosse stato Charles a sparare, ma un sicario mandato apposta a zittire l’intera famiglia, poichè forse l’agricoltore aveva visto qualcosa che non doveva, ma allora perchè uccidere l’intera famiglia?
Molti si interrogarono soprattutto sull’unico sopravvissuto: perchè Charles Lawson aveva mandato via da casa il figlio maggiore, Arthur, facendolo di fatto scampare al massacro? Lo stesso Arthur, interrogato più e più volte, non seppe dare alcuna spiegazione. Disse soltanto che il padre gli aveva affidato alcuni importanti incarichi da sbrigare prima di Natale. Nulla più. Nel 1945, Arthur Lawson rimase ucciso in un incidente automobilistico, lasciando una moglie e quattro figli, e portandosi probabilmente il segreto nella tomba.
Fu solo nel 1990 che la scrittice Trudy J. Smith pubblicò un libro, dal titolo The Meaning of Our Tears: The Lawson Family Murders of Christmas Day 1929, completamente dedicato a quel 25 dicembre 1929 in casa Lawson, basato sulle testimonianze di una cugina dei Lawson, Stella Lawson Boles, che dopo sessant’anni confessò di aver sentito, proprio durante il funerale dei Lawson, sua madre e altre donne della famiglia Lawson svelare il terribile segreto della famiglia.
Fannie Lawson aveva infatti confidato alla madre di Stella che aveva scoperto, poco prima di Natale, una relazione incestuosa tra sua figlia Marie e il marito Charles. Non solo: poche settimane prima del fatidico Natale, Marie aveva condiviso il segreto con la sua amica Ella May Johnson, confidandole anche di essere incinta, e che entrambi i suoi genitori erano a conoscenza della gravidanza.
Ma ci sarebbe una seconda versione della vicenda, testimoniata invece da un vicino dei Lawson, Sam Hill, che confermò la relazione incestuosa tra Charlie e Marie, e disse che aveva sentito l’uomo intimare a sua figlia di non farne parola con nessuno: l’aveva minacciata che, se la storia fosse stata resa nota, “ci sarebbero stati un po’ di omicidi”.
Verità o finzione? Non si sa, e nessuno potrà mai far luce su un simile massacro… E di quella famiglia rimane solo una foto, in cui Marie è ritratta mentre guarda fissa davanti a sè, un’espressione strana dipinta sul volto, impassibile, mentre il padre gaurda altrove, con un’espressione tra il sorpreso e il ribelle…. cosa stessero pensando, in quel momento, nessuno lo sa…e soprattutto nessuno sa perchè Lawson decise di spendere tutto ciò che aveva per far quel ritratto, pochi giorni prima di sterminare la sua famiglia.
Avevo visto molto tempo fa un documentario su questo mistero, ma non ricordo su quale canale.