Riprendiamo a parlare di castelli. Lo facciamo narrando una bella storia di un castello che non esiste più e le suo castellano senza testa.
Siamo in Trentino, in una località chiamata Baselga di Pinè. Un luogo ameno e solitario, immerso nei boschi trentini, un colle sul quale esistono pochi ruderi che testimoniano un passato, seppur cruento, che non tornerà più.
Sulla sommità di questo colle, che si chiama Dos de la Mont, cioè Cima dei monti, sorgeva un tempo un castello, il castello di Belvedere, abitato da una ricca famiglia di possidenti, i Roccabruna.
Il conte di Roccabruna era un uomo malvagio e perfido, che scorrazzava senza sosta per i campi terrorizzando la popolazione.
Tutto ciò che nasceva sopra e sotto i campi era suo e suo soltanto, e spesso esercitava il suo diritto con la forza, obbligando i contadini a dargli molto più del dovuto, condannandoli dunque alla fame.
Il castellano un giorno si trovava in compagnia dei suoi sgherri quando capitò in un campo di frumento, nel quale un contadino stava lavorando.
Il castellano lo interrogò per sapere di chi fosse quel campo, e il contadino gli rispose che quel campo era suo, avendolo ereditato dal padre molti anni prima. Il signore di Belvedere però non gradì la risposta, e sceso da cavallo, decapitò il contadino. Quindi prese la testa del poveretto e la portò in giro per il paese, sentenziando: 《tutto ciò che vedete, sciocchi contadini, mi appartiene! Campi, boschi, fiumi, e tutto ciò che vi nasce, cresce e muore è mio, del signore di Belvedere! Quel che è successo a quest’uomo idiota accadrà anche a voi, se non mi rispetterete!》.
Da quel momento, il signore di Belvedere divenne, se possibile, ancora più crudele e malvagio e la gente lo temeva ancora di più. Una vecchia del villaggio, però, che aveva fama di essre una strega, lo maledisse, dicendo:《Che il diavolo ti porti per l’eternità, conte di Belvedere!》. Nessuno prese molto sul serio la maledizione della donna…ma non il castellano, che venuto a sapere della maledizione, fece arrestare la donna e la uccise sulla piazza, credendo in questo modo che la maledizione fosse estinta con chi l’aveva pronunciata.
Un giorno, il conte vide una fanciulla che portava al pascolo le pecore, e invaghitosi della sua bellezza, le ordinò di seguirlo al castello, ma la ragazza, promessa sposa a un contadino, si negò.
Il castellano allora ordinò a uno dei suoi sgherri di rapire la ragazza e la portò nel suo castello, dove, dopo averla violentata ripetutamente, la gettò più morta che viva nelle prigioni del castello, dove la poveretta, ferita e massacrata di botte, morì tra gli stenti.
A questo punto i contadini decisero di averne avuto abbastanza, e una sera, all’imbrunire, testero una trappola al castellano. Lo aspettarono mentre tornava da una delle sue scorribande, e si lanciarono su di lui. Priam che gli sgherri potessero intervenire per salvarlo, uno dei contadini di lanciò sul castellano e con un colpo di falce gli mozzò la testa.
Imbizzarrito, il cavallo del castellano scappò via col corpo decapitato sulla groppa, e nessuno lo vide più. Fu allora che ci si ricordò della maledizione lanciatagli dalla donna, e a tutti fu chiaro che il castellano fosse stato rapito dal diavolo in persona.
I contadini rasero al suolo il castello di Belvedere, per dimenticare più in fretta il terribile accaduto, ed è per questo che oggi del castello non rimangono che poche rovine…ma qualcuno afferma che, tutte le notti, si possono udire i passi al galoppo di un cavallo fantasma…e c’è anche chi ha giurato di aver visto, nella notte in cui fu ucciso, lo spirito del cavaliere senza testa che cavalca ancora il suo destriero fantasma.
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Immagini del luogo: http://www.altopianodipine.com/utility/passeggiata_num.asp?cod=dosdelamot
molto carina sta storia
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