Quando ancora avevo blogspot, mi era possibile risalire, attraverso le statistiche, a quali fossero gli articoli più letti del blog. Anche con WordPress c’è questa funzione, però non mi permette di risalire agli articoli più letti da quando esiste il blog, dal 2010 cioè, ma solo da quando ho effettuato il passaggio alla nuova piattaforma…non escludo esista un plugin apposito che svolga questa funzione “storica”, ma ancora non l’ho trovato, per cui vivo di ricordi.
Ricordo, appunto, che tra gli articoli più letti di pensierospensierato c’erano, oltre a quelli ormai “celebri” sulle profezie, tutta la serie di articoli sui miracoli: dal miracolo dei ceri di Sant’Antonio, a quello sulla Madonna nera di Murano, alla campana irremovibile di San Giovanni, sul Santuario di Monteortone, alla chiesetta di Santa Giuliana e al crocifisso del duomo di Trento.
Oggi parliamo di un altro crocifisso, situato nella Chiesa del Cristo a Tai di Cadore.
Il crocifisso ha una storia davvero curiosa, tramandata per secoli da molte generazioni di cadorini.
Narra la leggenda che questo crocifisso fosse stato trovato da un contadino molti secoli or sono, mentre arava il suo campo con i buoi. A un certo punto, gli animali si rifiutarono di proseguire nel lavoro, e caddero a terra inginocchiati.
Il contadino allora iniziò a scavare la terra davanti alla quale gli animali si erano prostrati, e trovò una grossa cassa di legno, piantata profondamente a terra.
Credendo si trattasse di una bara, corse a chiamare alcuni suoi conoscenti affinchè andassero a dargli una mano a portare alla luce quei poveri resti, ma grande fu il suo stupore quando, al posto del corpo all’interno della cassa, gli apparve un crocifisso.
Era così bello il volto del Cristo che al contadino parve davvero di aver davanti a sè il corpo di un vero uomo morto, con tanto di barba e capelli veri.
Subito il contadino andò a chiamare il parroco, ed egli benedì immediatamente il crocifisso, portandolo in processione fino alla chiesa, dove venne issato all’interno di una cappella e quindi venerato. La leggenda narra ancora che, ogni anno, al crocifisso crescano barba e capelli, e chini un po’ di più il viso sul petto nella giornata del Venerdì Santo.