Ci sono cose di un’ovvietà…ovvia.
Mettere la paglia vicino al fuoco, la paglia brucia.
Mettere un merluzzo vicino a un gatto, il merluzzo sparisce.
Mettere una mela in un recinto di cavalli, la mela non la si trova più.
Mettere la dinamite accanto a me, esplode. Sì, esplode la dinamite, non io.
Ci sono persone che sono come la dinamite.
Le conosci, e le detesti a prima vista. Perchè hanno quel qualcosa che…proprio non ti va giù.
Passano i mesi, e quel qualcosa è sempre lì, anche se la persona se ne va oltreoceano e non ci pensi più, perchè magari hai altri interessi, o perchè scopri che guardare un tramonto è più bello di guardare l’alba, o perchè ci sono stelle più luminose di altre, o perchè, semplicemente, ti va così.
Le persone a volte cambiano, a volte no. Così può succedere che una persona che avevi visto un anno prima, di colpo assuma ai tuoi occhi quel non so che…che te la rende improvvisamente interessante…
Sarà quel suo accento così particolare, che non si sa bene da dove venga?
Sarà quella sua erre moscia strascicata che fa così simpatia con quella voce nasale?
Saranno i suoi occhi neri come il carbone che assumono quell’espressione che dovrebbe esser sensuale e invece a me fa tanto venire in mente una triglia al forno?
Sarà quella fossetta che gli compare sulla guancia sinistra quando ride?
Sarà che….sarà che ci odiavamo, ci odiavamo cordialmente, e non si perdeva occasione per fare di quelle baruffe che anche i Santi del Paradiso avevano di che lamentarci.
Sarà che mi rimproverava per la mia pigrizia, perchè “sei sempre lì che ti lamenti ma non fai nulla per migliorarti“, perchè aveva ragione a dirmi che a 30 anni dovevo muovermi che la vita non aspetta certo me, che dovevo smetterla di aver paura di amare, ma che dovevo imparare ad amare le persone giuste e non gli stronzi approfittatori indecisi dalla doppia faccia (e personalità).
Aveva ragione. Solo che nella mia superbia non volevo sentirne, di ragioni. E allora volavano insulti e offese, e alche si menavano le mani. Più di qualche volta, e allo schiaffo parato seguiva una ginocchiata che gli mozzava il fiato quando andava a segno ed erano frasi del tipo “se non altro i soldi della kick-boxing li spendi bene, stronzetta“.
E poi quegli auto-inviti che proprio non andavano giù, quegli inviti tra i denti cui seguivano delle rinunce perchè già occupato con altre donne, una diversa ogni sera, paragoni a tanti animaletti buffi che razzolavano nel cortile, galli e porcelli poco importava, e spallucce alzate e risate di scherno, e quei “ma che sei, gelosa?” ai quali si rispondeva a denti stretti con un “funcool” e morta là.
Poi, quando la stagione diventa più fredda, una separazione, felicità ma anche dubbio, e mille mail, videochiamate, skype a ore impossibili, e foto e voice…e la consapevolezza che sì,
sarai pure un rompimarones ma quando non ci sei….urca se manchi!
E poi la sorpresa, uno squillo sconosciuto, numero non registrato, quella voce che mi dice: sono di nuovo qui e stavolta vicini vicini…
E come se non bastasse…..ecco, quel matrimonio, un aiuto per scegliere l’abito giusto, eh ma quei pantaloni mi appiattiscono il fonnoschiena, e la commessa che allunga troppo le mani e la gelosia che mi prende, assieme a mille domande senza apparente risposta.
E si rischiava di mandare a “buttane” tutto per dei malintesi, dovuti alla mia frettapaura e alla sua arroganzaimpulsiva…ma siamo ancora qua. Sempre qua.
E la rosa bianca, senza spine
chè le rose hanno le spine, questa no perchè non ne ha bisogno chè la mia spina, nel fianco, sei tu.
Frase che doveva esser di scherno e invece la trovo romantica…lacrimuccia rotolante, indice a prenderla, lui che esclama: Gin ma te non sei normale, le lacrime han da esser salate, la tua è dolce!
Gin…Gin come Ginevra, ma che per te diventa Gin, poi Gingin e infine Ginger. “La mia Gingerina, la mia Gingerotta…”
E se non avessi provato la rabbia incomprensibile quel giorno…non so dove sarei…
Tra tante, proprio lei, la ex che ti aveva ridotto a una larva di quello che sei…sento la rabbia montare su, non mi capacito, sento me stessa esclamare:
Stagli lontano, stronza. Lui sta con me.
Ma che succede?
Sarò mica….innamorata?
Eh, i omeni!
eh, manco mae che i ghe xè! 😀
Miaomiaomiao, che bel rientro…
Con una forchetta virtuale vengo a saggiare il punto di cottura, che, letto bene il tutto, non di innamoramento qui si parla, ma di cotta bell’e buona.
Inseriscila in un bel racconto, e pazienza se parlerà di umani e non di fantasmi.
Un caro saluto, una rosa bianca e un abbraccio.
Ah, sì, anche un cin-cin col gingerino.
BENTORNATISSIMO!!!!!!!!!! Oh mi hai fatto prendere unn spauracchio di quelli…..per fortuna nn è successo nulla di grave, sono contenta di riaverti qua tra noi!
Sì seguirò il tuo consiglio di inserire me e Thias in una storia…anzi, ci stiamo proprio lavorando, speriamo esca fuori una cosa caruccia!
un abbraccio forte forte!!
Sono contentissimo per voi due!
Era ora. 🙂
Grazie zietto, non so se sia proprio il caso di dire “era ora”…diciamo che le cose più belle accadono sempre quando meno te l’aspetti 😉
Mah…mah….che mi leggi nel pensiero, Gingerina? Puffa un po’ da me e leggi…mo sta cosa mi spauracchia non poco O_o
GeT
Oh, finalmente!!! 😉 ♥
@Thais: mah, io non dico nulla…. O_O ma simultanei-anei-anei proprio?? ORCOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!
ò Ndina: eh, finalmente sì…meglio tardi che mai, no? Ciau
@Ginger anei fino alla fine 😉 oh controlla il galassi esse due che mi sa che l’ais crim senduic non va bene, potevi restare al gingerbred ;))))))
Melinda. Finalmente…io ero in posizione, era lei che nicchiava!
PS. Mi chiamo THIAS, non THAIS! Thais Wigger non era la velina bionda? che sono, velino adesso? Uffa!
Sì sì, sei proprio un velino…. my velino :pPpPp