Cosa c’è di meglio, per aprire degnamente il 2016, che scrivere un post per il blog?
Oggi parliamo di vampiri, ma non di Twilight o The vampire diaries… oggi parliamo di un vero e proprio cold case, un omicidio insoluto, quindi non una leggenda ma una storia vera, avvenuta il 4 maggio 1932, a Stoccolma.
La polizia viene chiamata a investigare sul caso di una giovane donna di 32 anni, Lilly Lindeström di mestiere prostituta, che sembra scomparsa nel nulla da più di una settimana. Ad aver denunciato la scomparsa di Lilly è stata Minnie, un’altra prostututa, che occupa l’appartamento sopra quello di Lilly, nel quartiere di Sankt Eriksplan, ed è molto preoccupata per il silenzio che avvolge la casa da una settimana.
Oltre a questo, Minnie rivela di aver visto l’amica otto giorni prima, mentre scendeva le scale molto frettolosamente, avvolta in un lungo cappotto di pelliccia e, sotto, completamente nuda.
Sparizioni di altre prostitute non ce ne sono state, nei mesi passati, quindi potrebbe essere un semplice caso isolato non così preoccupante, ma Minnie insiste nel dire che alla sua amica è successo qualcosa di brutto, e finalmente la polizia fa irruzione nell’appartamento di Lilly, e la ritrova riversa sul letto, col cranio fracassato. Assassinata. Un omicidio d’impeto, forse una rapina, verrebbe da pensare, se non fosse per un piccolo dettaglio: Lilly è stata completamente dissanguata.
I vestiti della donna sono stati accuratamente riposti, ben piegati, su una sedia lì vicino al letto, e tutto appare in ordine, segno che non c’è stata alcuna colluttazione tra le vittima e il suo assassino…con il quale la donna ha consumato un rapporto sessuale, prima di venir assassinata. Prova ne è un preservativo, rimasto all’interno dell’ano di Lilly. Poi, accanto a Lilly, vengono rinvenuti due oggetti: un bicchiere e un mestolo da cucina.
Si capisce allora subito come Lilly, dopo l’ultimo rapporto sessuale consumato col suo assassino, sia stata uccisa con un colpo secco alla nuca (e l’arma che ha provocato la ferita mortale a Lilly non è mai stata ritrovata), e il suo carnefice abbia raccolto il sangue della donna con quel mestolo, versato nel bicchiere e quindi bevuto.
ma chi poteva fare una cosa del genere?
L’immagine qui sopra mostra i reperti recuperati a casa di Lilly, alcune provette che contengono i fluidi corporei dell’assassino, dei capelli della vittima e altri oggetti, e al lato, contrassegnato dal numero 1, una piantina dlel’appartamento della donna.
Tuttavia, nonostante l’abbondanza di prove recuperate nella scena del crimine, non esistendo ancora le moderne tecniche per l’individuazione del DNA, la polizia brancola nel buio. Si fanno ricerche tra i clienti abituali di Lilly, ma nessuno di essi viene incriminato.
Ancora oggi, l’identità del vampiro di Atlas, l’assassino bevitore del sangue di Lilly Lindeström, resta avvolta nel mistero. Un assassino in meno dietro le sbarre, un sadico pazzo omicida, e vampiro, in giro per Stoccolma.
Il primo vampiro della storia che beve da un bicchiere…. pazzesco.
Si potrebbe però anche pensare che il sangue l’abbia raccolto e portato con sé: non credo ci voglia un attimo per bersi tutto il sangue di una persona.
sì, probabile che abbia preso il sangue e portato via, certo però che è una cosa così macabra che mi viene la pelle d’oca!
Ho vissuto a Stoccolma e ho presente Sankt Eriksplan, ma non avevo mai sentito di questa storia.
In ritardo, ma buon 2016, Donata!
Una storia davvero raccapricciante. …. un delitto crudele ed efferato. Come inizio di anno nuovo non c’è male! !!!!
Aspetto altre storie misteriose raccontate come solo tu dai fare. Buon anno nuovo!