L’Ohio State Reformatory, conosciuto anche come Mansfield Reformatory, è una struttura storica a Mansfield, Ohio, che molti credono essere infestato dai fantasmi dei tanti detenuti e delle guardie che sono morti lì. Per questo motivo, viene considerato come uno dei riformatori o delle carceri più infestati al mondo…
Ispirato dall’architettura e dal design dei castelli tedeschi, l’architetto Levi T. Scott disegnò l’Ohio State Reformatory (OSR) nel 1886 con la speranza che i detenuti avrebbero trovato un ambiente gradevole, in cui redimersi, pentirsi dei loro peccati e aspirare non alla vita eterna, ma almeno a delle migliori condizioni di vita, una volta usciti. Indubbiamente uno scopo ammirevole. La costruzione del riformatorio, originariamente chiamato “penitenziario intermedio”, iniziò ufficialmente il 4 novembre 1886. Lo stabile assunse il nome attuale, e la funzione di penitenziario, già nel 1891, e anche se la costruzione non era ancora stata completata, 150 detenuti vennero alloggiati nel carcere a partire dal settembre 1896.
Ci vollero 13 anni perchè la struttura venisse completata, e nel 1919, anno di conclusione dei lavori, ospitava ben 600 singole celle divise in sei piani. Originariamente la struttura ospitava giovani maschi che si erano macchiati di crimini non violenti, e che erano considerati “recuperabili”: l’obiettivo del Mansfield Reformatory era infatti quello di riformarli, insegnando loro diverse competenze che sarebbero state utili in futuro e agendo sulla loro spiritualità, migliorandola. Tuttavia, nel corso degli anni il tasso di criminalità ha subito un’impennata, e l’Ohio State Reformatory si è trovato a dover gestire una mole sempre maggiore di detenuti, e per di più quelli che venivano inviati a quel riformatorio erano dei criminali pericolosi e violenti, che mal si integravano con la popolazione carceraria già esistente in loco.
Così, il riformatorio ha visto un sovraffollamento crescente, di personaggi pericolosi, e le celle che erano state progettate per ospitare un solo uomo, ora erano condivise da tre detenuti. Le proteste e le lotte interne si sono verificate con sempre maggior frequenza, e per cercare in qualche modo di placare gli animi, non si è trovato di meglio che trovare una pena “alternativa” come punizione per i tanti (troppi) prigionieri insoddisfatti. Ecco quindi che in quello che finora era sempre stato un carcere moderato fecero la loro comparsa veri e propri strumenti di tortura, tra i quali si annoveravano la “farfalla”, una forma di tortura elettrica, e poi il famigerato “The Hole“, una piccola cella di confinamento in cui i prigionieri venivano riformati privandoli del sonno e del cibo. E quando non erano le torture psicologiche a tormentare i prigionieri, ci pensavano gli altri carcerati, con sistematiche violenze… Le condizioni sanitarie precipitarono repentinamente, e iniziarono a svilupparsi vari focolai di malattie infettive e anche di malattie provocate dalla scarsa qualità del cibo somministrato. In casi particolarmente seri, poi, molti detenuti che venivano morsi dagli enormi ratti che avevano iniziato a proliferare nel carcere si ammalavano quando le ferite, non adeguatamente trattate, s’infettavano, e molti morirono in seguito a varie complicazioni causate proprio da quei morsi.
Era ovviamente previsto un “trattamento preferenziale”, riservato però solo ai detenuti che potevano permettersi di pagarlo.
Arthur Glattke
Nel 1935 Arthur Glattke venne nominato sovrintendente del riformatorio. La situazione era decisamente insostenibile, e Glattke iniziò subito a redigere numerosissime riforme per migliorare le condizioni miserabili della prigione, anche se non c’era nulla che potesse fare per risolvere il problema del sovraffollamento, ciò che aveva dato il via a tutte le problematiche. Forse si sarebbe potuto ampliare la struttura, aggiungendovi dei corpi… lui e sua moglie Helen si diedero da fare per ideare, progettare, realizzare una soluzione a lungo termine, fino a quando la sventura si abbattè sulla famiglia Glattke. Arthur e sua moglie vivevano in un’ala del riformatorio, e per questioni di sicurezza possedevano una pistola con cui si sarebbero potuti difendere nel caso di sommosse dei detenuti… che però, finora, non si erano mai verificate, essendo i due molto apprezzati da parte dei detenuti. Il 5 novembre 1950, Helen stava cercando alcuni documenti in cima a un armadio, quando per sbaglio urtò la scatola che conteneva la pistola del marito. L’arma cadde a terra e per un tragico scherzo del destino partì un colpo, che colpì la sventurata donna al petto. Helen, nonostante la ferita, riuscì a sopravvivere, ma purtroppo contrasse una brutta forma di polmonite che, attecchendo con facilità nel suo fisico già debilitato per la ferita, la portò alla morte in soli tre giorni. I detenuti si strinsero attorno ad Arthur Glattke, fino a quando anche l’uomo concluse la sua esistenza terrena nove anni più tardi, quando un infarto se lo portò via. Era il 10 febbraio 1959.
Il tramonto di Mansfield
Durante gli anni ’60 e poi negli anni ’70, sono stati fatti numerosissimi sforzi per mantenere in piedi il riformatorio. Tuttavia, i costi esorbitanti per la manutenzione dello stabile fecero sì che, dopo dopo, i lavori venissero abbandonati. Molte parti della struttura vennero chiuse perché non più sicure, e nella metà degli anni ’80 una corte federale ordinò che l’impianto venisse chiuso entro il 1986. A preoccupare la corte Federale non erano tanto le condizioni fisiche in cui si trovava il penitenziario, quanto piuttosto le condizioni in cui i carcerati vivevano tra quelle mura: un ambiente insicuro, malsano, come era stato descritto dal rapporto che era stato presentato nel 1978 dal Consiglio per la Dignità Umanitaria. Il rapporto affermava, tra le altre cose, che le condizioni della prigione erano “brutali e inumani”. Si decise allora di costruire una nuova struttura, l’Istituto di correzione di Mansfield , destinato a ospitare i detenuti dell’Ohio State Reformatory, ma i ritardi nella sua edificazione costrinsero lo Stato a posticipare la data di chiusura dell’Ohio State Reformatory, che cessò formalmente ogni attività nel 1990. A dire il vero, vi fu anche un tentativo di recupero di quello che era stato l’Ohio State Reformatory, quando nel 1995 venne istituita la MRPS, Mansfield Reformatory Preservation Society (Ohio, USA) società di conservazione del riformatorio di Mansfield, allo scopo di riportare la prigione al suo stato originale. venne allestito un polo museale all’interno della prigione e grazie al denaro raccolto durante le visite guidate si pensò di poter avviare i lavori di ristrutturazione finora rimandati. C’è da dire anche che il riformatorio gode di una posizione di tutto rispetto tra i registi cinematografici: i suoi ambienti sono infatti stati usati più volti come sfondi di vari film, tra cui The Shawshank Redemption di Stephen King (1994).
E fu forse grazie a questo interesse del cinema che l’Ohio State Reformatory fu messo al centro di una serie di dicerie e leggende circa alcune presenze paranormali che si troverebbero al suo interno: si parlò, a più riprese, di strani incontri avvenuti tra i visitatori della prigione e i prigionieri che morirono nella stessa, e i cui spiriti sono stati intrappolati per sempre dietro le barre della prigione. Si racconta che vi siano i fantasmi di alcune delle guardie carcerarie che avevano in “cura” i detenuti, e che come metodi di correzione usavano, sovente, la tortura. Ecco, sarebbero proprio loro gli spiriti più violenti e negativi, come testimoniano le “aggressioni” fisiche raccontate dai visitatori che si sentono “afferrati, spinti e tormentati” da qualcosa che “mette ansia e terrore”. Probabilmente erano proprio ansia e terrore i sentimenti che ispiravano le guardie di quella prigione… E gli stessi “sentimenti” si avvertono anche nel famigerato “the hole”, che come abbiamo visto era la summa delle punizioni, una piccola cella in cui i detenuti venivano privati di sonno e cibo, per punizione… ed è qui che i visitatori testimoniano la maggior parte dei fenomeni più negativi e angoscianti. Altrattanto avviene in quella che adesso è la cappella del riformatorio, e che molti sensitivi considerano il fulcro degli eventi paranormali di tutto il riformatorio: presumibilmente, prima che l’area diventasse cappella, venne usata per le esecuzioni. Molti orbs vennero immortalati nelle fotografie, e sono stati registrati suoni strani e non identificabili all’interno della Cappella.
Ma ci sono altri luoghi in cui avvengono strani fenomeni: nella cantina del riformatorio si avvertirebbe la presenza di un adolescente (età apparente 14 anni, come testimoniato da vari sensitivi), che perse la vita lì dopo essere stato picchiato a morte da alcune guardie. Anche l’infermeria è un luogo in cui si sono verificati molti avvistamenti: furono infatti molti i prigionieri che morirono miseramente in questo luogo. Nella maggioranza dei casi si trattava di detenuti già malati o deboli, che venivano letteralmente lasciati morire di fame…
Ma ci sarebbero anche fantasmi “buoni”: molti visitatori e svariati dipendenti hanno infatti riferito di aver vissuto forti esperienze paranormali nell’ala amministrativa del riformatorio, dove risiedeva Arthur Glattke e sua moglie Helen, e dove, come abbiamo visto, accadde un terribile incidente. Proprio la presenza di Helen sarebbe quella più benevola: il suo spirito infatti appare accompagnato da un tenue profumo di rosa, e molte persone avvertono una corrente d’aria fredda colpirli, mentre transitano nell’appartamento che fu dei coniugi Glattke, dove si consumò la tragedia. Tuttavia Ted Glattke, il figlio più giovane di Helen e Arthur Glattke, in risposta a queste descrizioni di esperienze paranormali, sostiene che la maggior parte delle testimonianze che circolano sui suoi genitori si basano sul sensazionalismo e su storie inesatte. Non ci sarebbe nessun fantasma, nell’ex riformatorio, ma l’Ohio State Reformatory offre sempre più spesso esperienze di Ghost Hunting al pubblico, tramite le quali pensa di racimolare la somma necessaria per ristrutturare l’edificio…..
Bella storia anche questa.
Grazie zio Nick!